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Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”

29 luglio 2021 | 10:11
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Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”
Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”
Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”
Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”
Tokyo 2020, Rodini – Cesarini e l’inatteso oro olimpico: “Stesso cuore e stessa medaglia”

Prime del doppio pesi leggeri le azzurre, festeggiate dal canottaggio e dal presidente Abbagnale: “Grazie siete stupende”

Tokyo – Nella storia due splendide fanciulle giovanissime e vincente. Valentina e Federica compagne di barca in un canottaggio fortissimo della Nazionale italiana e adesso anche campionesse olimpiche del doppio pesi leggeri (leggi qui). Esordienti a Tokyo 2020 con il piglio di voler vincere ancora di più, dopo essere entrate nella storia.

E’ lo sport delle donne che convince e che colleziona successi e lo fa pure facilmente. Rodini e Cesarini i cognomi che resteranno nella storia del canottaggio, perché le atlete azzurre sono le prime nella storia della disciplina a salire sul primo  gradino a cinque cerchi. Mai prima era accaduto prima e anche il presidente della Federcanottaggio Giuseppe Abbagnale (felicissimo anche del bronzo dei ragazzi nella stessa specialità, le celebra sui social). Su Facebook l’ex atleta e campione olimpico scrive: “Grazie alle nostre Federica e Valentina l’oro torna in Italia, il canottaggio è sempre vivo”. E’ un movimento in salute quello del canottaggio  che sino ad ora festeggia tre medaglie in palmares, con il dolore in corpo di aver visto sfumare il podio per il 4 di coppia maschile, ma speranzoso che i campioni d’Europa in carica si rifaranno presto (leggi qui). Intanto oggi è il giorno delle ragazze del doppio pesi leggeri.

Valentina e Federica non ci credono alla vittoria della vita, quell’oro al collo pesa e brilla di una gioia mai provata prima. La ditta Fiamme Gialle – Fiamme Oro festeggia ancora, dopo averlo fatto nel 4 senza maschile con Vicino e Lodo gialloverdi, insieme a Di Costanzo e Castaldo della Polizia di Stato, con il bronzo conquistato. (leggi qui) Anche per Rodini e Cesarini è così. Tanti anni di sacrificio e di crescita per le due azzurre, già vincenti nelle categorie giovanili con il passaggio alla classe senior che ha segnato una crescita ulteriore e la conferma. E più dell’oro olimpico non c’è convinzione migliore. Arrivata per Valentina dopo che lei stessa, incerta ancora al termine della finale, ha visto il primo posto in tabellone. Lì la felicità è stata immensa per entrambe.

Le dichiarazioni delle protagoniste (canottaggio.org)

Federica Cesarini (capovoga, Fiamme Oro-Gavirate): “Questi anni hanno rappresentato un percorso di alti e bassi. Ho avuto diversi problemi di salute. Le ho passate tutte, ma ho comunque coronato il mio sogno. Ci ho creduto sempre, ho avuto timore solo nei giorni in cui Valentina è stata ferma, tra maggio e giugno. Sono arrivata anche a non dormire per la preoccupazione. Dopo tutto, Valentina è il mio prolungamento, viviamo una simbiosi ed è naturale sia così. Nei giorni in cui è stata ferma mi sono riadattata, in Coppa del Mondo ho fatto il singolo a Lucerna e poi a Sabaudia il doppio con Silvia Crosio, entrambe gare andate molto bene, ma è stato difficile. Poi quando siamo risalite assieme in barca, tutto è stato come prima. Anche qui, pur avendo passato giorni difficili tra lo stop alle gare, l’incubo Covid e la vicenda di Bruno Rosetti che ci ha colpito molto, eravamo concentrate, piene di adrenalina ma consapevoli di potercela fare a ottenere questo risultato. Ci sono arrivata grazie alla mia famiglia, a mio fratello, al mio fidanzato Luca Chiumento, qui come riserva e che mi dà grande equilibrio con il suo carattere, alla Canottieri Gavirate da dove sono partita e dove torno sempre appena possibile, alle Fiamme Oro che nel 2017 mi hanno accolto nella loro famiglia. Sono felice. Adesso però voglio riabbracciare la mia famiglia, e andare finalmente in vacanza!”.

Valentina Rodini (numero due, Fiamme Gialle): “È stata una gara fantastica, a 15 colpi dalla fine ho chiamato il via che ci ha permesso di balzare davanti, ma gli ultimi cinque colpi non finivano mai! Dopo il traguardo, ho avuto subito la sensazione che fossimo medaglia d’oro, ma c’era incertezza e ho voluto aspettare la conferma del tabellone. Poi è esplosa la gioia che doveva esserci al termine di una finale come questa. L’abbiamo gestita bene, volevamo non strafare nella prima parte per poi partire dai 1000 metri in avanti, anche se poi le condizioni del campo e la gara, per come si stava mettendo, ci ha costrette ad anticipare un po’ i nostri piani. Rispetto a ciò che ci eravamo prefissate di fare, ho dovuto chiamare anche un via in più, poi a 500 metri dall’arrivo avevo capito che eravamo lì per giocarci l’oro, e nonostante il lago difficile siamo riuscite con una grande chiusura a prenderci la vittoria. Siamo state a lungo tutte sulla stessa linea, ma sinceramente non ci ho fatto caso, per me in barca esiste solo la schiena di Federica, sono la sua ombra, e abbiamo lo stesso cuore e la stessa testa, nonostante due caratteri diversi, nel gestire le gare. Quando ho realizzato di avere la medaglia d’oro al collo, ho sentito la barca che, pur ferma, continuava a scorrermi sotto. La dedico a Simone, mio fratello, punto fermo della mia vita. Alla mia famiglia, naturalmente a Federica. Poi la dedico alle mie due società, la Bissolati a Cremona, dove sono cresciuta in un gruppo di ragazze fantastiche, e le Fiamme Gialle, che ora sono la mia famiglia. Soprattutto un grazie particolare va a Gigi Arrigoni, mio tecnico sia alla Bissolati che in Nazionale che ha sempre creduto in me, anche quando non ci credevo io. Mi ha spronata, abbiamo litigato, abbiamo avuto divergenze, ma se Gigi si pone in questo modo, è perché ci crede più di te, e fa in modo di spronarti ad avere lo scatto necessario affinché ci creda anche tu. Ha avuto ragione. In Rocco Pecoraro, mio tecnico in Fiamme Gialle, ho trovato un’altra figura centrale, anche lui ha sempre scommesso sulle mie qualità, e per questo lo ringrazio. Grazie infine anche all’Università che frequento, UNIMORE, e ai professori che ho incontrato e che hanno sempre sostenuto le mie esigenze relative alla pratica del canottaggio. È anche grazie a loro se sono campionessa olimpica e allo stesso tempo a soli cinque esami dalla laurea”.

(foto@canottaggio.org)

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