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‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano

5 aprile 2023 | 21:33
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‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano
‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano
‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano
‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano
‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano
‘Lo sport può sconfiggere il bullismo’: l’Anfi Fiamme Gialle e le scuole al convegno di Castelporziano

Caratteristiche, cause, rimedi per una piaga sociale che tocca milioni di ragazzi in tutta Italia

Ostia – Si è anticipata la ‘Giornata internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace’ al Centro Sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano. E lo si è fatto grazie al Convengo organizzato dall’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia di Roma – Castelporziano. Questa mattina era gremita di studenti e di docenti la Sala Tito della casa delle Fiamme Gialle a pochi passi da Ostia. Insieme alle autorità militari e scolastiche, ma anche con psicologi, forze dell’ordine e campioni delle Fiamme Gialle, si è discusso del delicato tema sociale del bullismo. Le caratteristiche di questa piaga sociale, le conseguenze e i rimedi. ‘Lo sport sconfigge il bullismo’. Un 5 aprile importante oggi, che da il via per l’Anfi a una serie di iniziative che avranno poi domani sera culmine, con la cena al Centro Sportivo di tutti i membri dell’Associazione. Come anticipato nell’ultima riunione dello scorso anno, l’Anfi ha stilato una serie di eventi che trovano in quello che si è svolto oggi, scopo e una parte importante di quelli che avranno luce per tutto il 2023. (leggi qui)

La Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace’ è un evento che sarà celebrato il 6 aprile e poco ricordato in Italia, come ha dichiarato il Generale Gianni Gola, presidente dell’Anfi Castelporziano, in apertura di dibattito, e allora l’Anfi stesso vuole farsi portavoce di un Valore che ingloba altri fondamentali valori che vanno a toccare anche la convivenza sociale. Mettere oppure no il punto interrogativo al titolo del convegno? “Il tema è arduo, vale la pena crederci”. Ha sottolineato lo stesso Gola. Da quanto emerso dalla discussione di oggi, lo sport rappresenta una grande forza di coesione di gruppo e i suoi valori sono ‘armi’ fondamentali per sconfiggere una piaga che tocca milioni di ragazzi in tutta Italia. E allora tanti sono stati gli interventi di questa mattina in Sala Tito: quello del Gen. B. Antonio Appella, Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza, del Gen. D. (aus) Gianni Gola, presidente della Sezione Atleti Fiamme Gialle, del Dott. Luca Massaccesi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile che da anni tratta questa tematica e l’affronta, del Dott. Juri Morico, presidente della Opes Italia,  del Prof. Aldo Grauso, docente di Psicologia della Devianza Giovanile Unicusano, dells Prof.ssa Giuseppina Palazzo, dirigente scolastico, del Dott. Andrea Galassi, Sovrintendente della Polizia Postale. Poi quelli degli atleti che diffondono valori e che lo hanno fatto con le loro carriere e percorsi agonistici. Edwige Gwend, plurimedagliata e campionessa europea di judo con diverse Olimpiadi in bacheca a cui ha partecipato, e Stefano Maniscalco, oggi allenatore di karate alle Fiamme Gialle e già bicampione mondiale con tanti ori europei in palmares. Anche loro hanno parlato delle loro esperienze nello sport, delle sconfitte che insegnano a risollevarsi e delle vittorie che hanno premiato i sacrifici fatti, degli insegnamenti avuti e della crescita individuale realizzata. Hanno rivolto le loro parole agli studenti presenti. Alcune classi dell’Istituto Internazionale Giovanni Paolo II di Ostia, presenti con il Liceo Scientifico Sportivo. Non solo i campioni hanno parlato agli studenti, ma tutti i presenti con i loro interventi fatti. Hanno cercato di lanciare appelli e insegnamenti agli studenti (rappresentanti evidentemente dei loro colleghi in tutta Italia) a chi domani, dovrà vivere nel mondo e realizzare un domani migliore. Le ragazze e i ragazzi presenti hanno partecipato al dibattito e in seguito, a margine dell’evento hanno posato nella tradizionale foto collettiva degli invitati e dei presenti al convegno di fronte allo Scudetto apposto sulla facciata delle mura del Centro Sportivo e poi gli stessi studenti (insieme agli altri invitati), guidati da Maniscalco e da Gwend, hanno effettuato un giro di visita al Centro Sportivo che ogni giorno accoglie allenamenti e atleti che partecipano a gare internazionali e vincono medaglie in tutto il mondo.

Una giornata di grandi insegnamenti oggi al Centro Sportivo della Guardia di Finanza. Il bullismo si può sconfiggere, ma serve una forte e convinta collaborazione tra scuola, famiglie, studenti e istituzioni. Esiste una legge che già con piena forza contrasta questa problematica. Già dal 2017 (la n°71): (…) si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche). E proprio il tema di una delle espressioni più gravi del bullismo, proprio il cyberbullismo, è stata trattata da Andrea Galassi, rappresentante della Polizia di Stato che si è avvicinato agli studenti presenti raccontando fatti e come le stesse istituzioni di Polizia hanno risolto e affrontato i diversi fatti di cronaca.

Di seguito i diversi interventi fatti.

Il Comandante Appella ha aperto i lavori, facendo riferimento alla Giornata Internazionale per lo Sport, lo Sviluppo e la Pace, ideata dall’Onu: “E’ un evento dell’Onu che implementa la crescita dello sport. Può aiutare nella crescita, nel perseguimento dei valori e nel rispetto dell’avversario. Poi ci sono i furbetti che si fanno largo e allora esso con i suoi valori diventa forza e acquisisce importanza. Il tema del bullismo è attuale nel mondo, è una realtà e va affrontata. L’evento delineato dall’Onu incoraggia i ragazzi che studiano e praticano lo sport. Soprattutto lo fa con il rispetto delle regole: rispetto di coloro che di credono. E’ importante guardarsi negli occhi, gli uni e gli altri, per avere rispetto, per se stessi e per gli altri. Lo sport dona inclusione, solidarietà,  condivisione”. L’intervento di Gianni Gola ha proseguito sulla linea del Comandante Appella, parlando dell’iniziativa dell’Onu e dei valori dello sport: “Il tema è arduo. Proviamo a sconfiggere il bullismo con iniziative varie. Vale la pena crederci. ‘Sconfiggere’: vuol dire tracciare una cornice che nasce dall’esperienza dello sport. Io, personalmente, ho capito prima come persona e poi da atleta, quali fossero le forze positive dello sport. Ero un ragazzo bullizzato a scuola poi ho iniziato la pratica dello sport a 13 anni ed era il valore aggiunto per me, non c’è dubbio, lo è per molte cose. La ricorrenza decisa dall’Onu è praticamente sconosciuta in Italia, viene celebrata negli altri Paesi ma non in Italia. Si da evidentemente scarsissima importanza. L’Onu ha sentito il bisogno di creare questa ricorrenza e il suo Statuto riporta che ‘lo sport è al servizio dell’umanità’. Si associa lo sport alla cultura e all’educazione. Perché il 6 aprile. Una data importante: il 6 aprile del 1896 si svolsero le prime Olimpiadi, dopo oltre 1000 anni di stop. E’ un fatto simbolico. Lo sport aiuta la pace e la Tregua Olimpica è stata da sempre rispettata. Da questo valore si può dire che lo sport è al servizio dell’umanità. Nello sport non lo puoi fare il bullo, devi rispettare le regole e l’avversario”. Parlando dell’Anfi, Gola ha proseguito: “Conserva la memoria degli atleti del passato e li mette al servizio dei valori dello sport, che possono migliorare la società civile”.

E’ intervenuto poi Luca Massaccesi, descrivendo l’azione dell’Osservatorio, che da oltre 10 anni opera in tutta Italia: “Coinvolgiamo 30 campioni e andiamo nelle scuole di tutta Italia e raccontiamo i nostri aneddoti, tutti vogliono essere dei vincenti e dei leaders. Oggi, le strade si accorciano e nascono i bulli. Il bullo vuole avere delle scorciatoie. Io lo ero. Ero un bullo, vivace, cresciuto in strada con i valori della strada, dove ci sono delle regole diverse dallo sport, poi ho incontrato le arti marziali e ai Mondiali di Taekwondo un avversario giordano ha cambiato il mio modo di vedere il mondo, come lo vedevo io. Mi colpì senza che io avessi il tempo di pensare e dissi tra me ‘che era stata solo fortuna la sua (come pensa il bullo)’, invece no evidentemente. Mi guardava sommesso e pensai che avesse paura di me, invece mi sconfisse e capìì che qualche cosa la dovevo cambiare se volevo essere un vincente nella vita ed era allora determinante la voglia di crederci. Lo sport aiuta a confrontarci con noi stessi, ci da consapevolezza, muove l’istinto. Tutto questo vale anche per i bulli. Il 73% delle scuole elementari hanno ragazzi che si comportano male e lo sport da capacità di confrontarsi e uscire fuori nella vita reale, oltre i social, oltre internet. Il mondo virtuale ci porta fuori strada – e incoraggia – attenti ragazzi. Abbiate la determinazione di fare incontri reali nella vita. Vi incoraggiamo per questo, anche a praticare lo sport”.

Hanno poi preso la parola i campioni delle Fiamme Gialle, presenti in Sala Tito. Edwige Gwend: “Lo sport mi ha aiutata a reagire nella maniera giusta di fronte alle sconfitte. Mi ha dato sicurezza e a calmierare l’ansia da prestazione, le aspettative su di me. Sia in gara, come nella scuola quando ero bambina alle interrogazioni. Lo sport mi ha aiutata a focalizzare, ad avere le idee chiare e la mente tranquilla. Lo sport aiuta nella vita e vi aiuta a crescere”.

Stefano Maniscalco ha detto ai ragazzi presenti: “Nella vostra vita ci saranno più sconfitte che vittorie. Il mio fine carriera è stato brutto. Il campione deve lasciare nel pieno delle sue forze. Nel 2017 feci l’ultima gara nazionale, poi nel 2018 in Cile, quando il karate era già olimpico, tornai sul tatami per le gare internazionali, volevo provare a qualificarmi per Tokyo, come mi chiedevano. Incontrai un avversario che fece con me, precedentemente, una stage e posò con me in una foto. Lo vedevo che non sapeva come muoversi, aveva soggezione. Ma alla fine ha vinto lui. Avevo dato tutto nel karate, non ce la facevo più e quella è stata la mia più brutta sconfitta. Ma quello che vi voglio dire ragazzi, è che è importante lasciare qualcosa nella vostra vita, mettervi al servizio di qualcosa in cui credete. Io ho amato immensamente il karate e ho creduto. Ho realizzato il mio sogno di arrivare alle Fiamme Gialle e diventare campione del mondo, salendo sul tatami del Budokan a Tokyo (chiamato il tempio dell’Imperatore). Ho lavorato duro, ho avuto tante sconfitte e bellissime vittorie. Sono stato sempre determinato ad arrivare al mio obiettivo”.

Juri Morico ha cominciato il suo intervento facendo riferimento all’inserimento in Costituzione dello Sport. Richiesta fatta da tutto il mondo dello sport, dopo i successi olimpici e paralimpici di Tokyo : “Finalmente lo sport è entrato in Costituzione. Il Parlamento ha votato una risoluzione e lo ha inserito, come tutti chiedevamo. Lo ha fatto nell’anniversario numero 75 della sua nascita. E’ stato inserito nell’articolo 33, quello riguardante il riconoscimento educativo e sociale. Finalmente tutti si mettono dalla parte dello sport. Quest’ultimo è al servizio, anche di chi non ha mai praticato. Lo sport arricchisce dentro. Uno dei valori perseguiti dalla Opes, che dialoga con gli atleti, con le società sportive, con le istituzioni dei territori, è quello della responsabilità, quello di dare una vita migliore. Lo sport ci aiuta a farlo”.

Il Dott. Grauso ha parlato del disagio psicologico dei giovani e dei progetti a cui sta lavorando per studiare cause e rimedi: “Nel novembre del 2022 si è delineato un tavolo tecnico interministeriale con il Governo Meloni per affrontare i problemi delle nuove generazioni. Quella che va dagli 11 ai 13 anni non ha comunicazione con la realtà. I genitori devono essere aiutati. I ragazzi che non bullizzano a scuola, spesso lo fanno a casa, lo fanno con la madre (ad esempio). Sto lavorando a dei progetti con il II e X Municipio di Roma per dare strumenti importanti, per poter capire gli studenti. L’ho fatto anche con una scuola di Ostia (Mar dei Caraibi). Ci sono fenomeni di abbandono nella scuola, ma anche nello sport, si sta ampliando la pigrizia sociale. Nel mondo del calcio dei dilettanti, milioni di ragazzi hanno una forte mentalità individuale e faticano persino ad avere relazioni sociali con i loro coetanei, oltre la pratica sportiva (non fanno la doccia negli spogliatoi ad esempio). L’Italia sta a uno degli ultimi posti per alfabetizzazione, è il momento di fare qualcosa di concreto. Tantissimi ragazzi non comunicano con i genitori”.

La Prof.ssa Palazzo ha presentato poi uno studio da lei realizzato, con una serie di slide, con dati e informazioni prese via web, del bullismo, le cause e conseguenze. Lo ha fatto enumerando statistiche e descrivendo profili di bulli e bullizzati, delineando poi soluzioni e strumenti per affrontare o bloccare il fenomeno. Di seguito, alcuni passi del suo intervento: “Ci deve essere collaborazione tra docenti, territorio, istituzioni e studenti. Non c’è stato un anno in cui io non abbia dovuto affrontare il problema a scuola. Il 18,60% degli adolescenti ha subìto un bullismo fisico, verbale. Già dalla scuola dell’infanzia. Il bullo è colui che soffre, è emarginato e non considerato. Quindi si sfoga con i più deboli. Persegue la prevaricazione, l’esercizio del potere e vuole sfogare la propria rabbia. Lo fa e a scuola è più facile, purtroppo (sembra una contraddizione, ma è così). La scuola per come è organizzata e fatta, è fatta per non essere scoperti. E questo incentiva il fenomeno. L’insegnante esprime un giudizio e questo aumenta la frustrazione. I ragazzi abbassano la loro autostima, in quanto sono poi i genitori e risolvere questioni con la scuola. Poi c’è il fenomeno del cyberbullismo, che mi ha sconcertata. Il bullo diffonde video e notizie sui social per avere tanti like, pensa che la sua azione non abbia gli stessi effetti nel web, invece è il contrario. Non si rende conto degli effetti dal suo bullismo via social e web. Il bullizzato è in genere un ragazzo timido, insicuro, non si confida con gli alunni e la famiglia. Conseguenze? Vergogna, imbarazzo, isolamento, tante assenze, panico e nei casi estremi suicidio. Cosa può fare allora la scuola? E’ stata emanata una legge. Quella n°71 del 2017: tutela dei minori, mediante interventi mirati e punitivi. Come prevenire: educazione, legalità, solidarietà e convivenza civile, in accordo con le istituzioni. Molto possono fare i compagni, andando in aiuto del bullizzato, scoraggiandolo e bloccando in tempo le sue iniziative. Mediante il lavoro di squadra e il valore dell’amicizia. Alla Scuola Mozart abbiamo realizzato un progetto anti bullismo e lo abbiamo fatto con il judo, grazie alla collaborazione avuta con l’Asd Yoshokan di Ostia Lido e la Maestra Paola Di Luigi. Il progetto è andato ad arricchire l’offerta formativa. Facciamo un appello ai docenti: è importante come si pongono nei confronti degli studenti”.

Il Dott. Galassi, agente della Polizia di Stato, ha descritto il sistema operativo che la stessa Polizia di Stato possiede per contrastare il fenomeno e le iniziative fatte dalla Polizia Postale anche nelle scuole: “Abbiamo 20 centri operativi con 80 sottosezioni in tutta Italia. Abbiamo un Nucleo che interviene per attacchi informatici. Abbiamo un centro contro la pedopornografia, un anticrimine per gli hacker che vogliono danneggiare sistemi, infrastrutture e istituzioni, un centro contro le frodi informatiche. Andiamo nelle scuole parlando ai ragazzi del bullismo e del cyberbullismo. Il cellulare è una potente arma – ha detto ponendolo di fronte ai ragazzi e andando in mezzo a loro – i ragazzi dovrebbero usarlo con un patentino. Un centro contro le molestie, lo stalking, le percosse, la diffamazione via web, l’omicidio, l’estorsione e l’istigazione al suicidio. Se ci sono casi sociali da affrontare la Polizia contatta direttamente i social. Le vittime vengono chiamate da noi ‘bersagli’ che possono essere aiutati, chi sta loro intorno rappresentano delle ‘fortezze’. Mai restare indifferenti – ha sottolineato – non bisogna mai lasciare solo il bersaglio. Per qualsiasi cosa, dovete avvisare la Polizia, parlare con chi è vicino. C’è una piattaforma a cui potete fare riferimento chiamata ‘YouPol’”. Che ha poi presentato ai ragazzi, in funzionamenti e descritto storie inerenti”.

Lo Sport può sconfiggere il bullismo! Ultimo claim in una delle slide presentate, nella giornata di oggi. Con la scuola, le istituzioni, il territorio e la voglia di vita dei ragazzi e la passione per lo sport.

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