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Karate, Silvia Semeraro: “Dopo infiniti sacrifici, oggi ho un Nome e un Cognome”

21 gennaio 2023 | 11:00
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Karate, Silvia Semeraro: “Dopo infiniti sacrifici, oggi ho un Nome e un Cognome”
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Karate, Silvia Semeraro: “Dopo infiniti sacrifici, oggi ho un Nome e un Cognome”
Karate, Silvia Semeraro: “Dopo infiniti sacrifici, oggi ho un Nome e un Cognome”

La vicecampionessa mondiale è terza nel ranking con una OIimpiade nel cuore che vuole rivivere

Roma – Una scia intensa di passione riempie il cuore di Silvia. E lo ha fatto sin da bambina. La GuerrieraAzzurra del Tatami della Nazionale Italiana di Karate è partita da lì. Una infanzia dedicata alle arti marziali e al kumite (perché non era portata per il kata, come lei dice a Il Faro online) e poi anche l’adolescenza in cui è volata in Malesia con l’Italia Giovanile per partecipare a una gara importante dall’altra parte del mondo. E sempre quella passione a seguirla e a trascinarla, fino ad oggi. Magari un giorno lo scriverà in un libro e lo racconterà ai suoi allievi. Lo confida nella sua intervista intanto, in questo 2023 in cui l’Italia e Silvia Semeraro, campionessa italiana ancora una volta agli Assoluti di Torino e  vicecampionessa iridata nei 68 kg, punterà al podio dell’Europeo a marzo e poi all’oro mondiale in autunno. Intanto l’atleta della Polizia di Stato si racconta e si allena e si ricorda di lei. Le serate passate in macchina andata e ritorno palestra- casa e le cene consumate sui sedili dell’automobile, mentre pensava già alla scuola del giorno dopo. Quella sua fragilità di bambina trasformata poi nella corazza dell’atleta grazie al karate, che l’ha fatta crescere in fretta probabilmente, l’ha portata oggi ad avere un ‘Nome e un Cognome’ come lei stessa dice. Scritto negli elenchi dei convocati azzurri e nei tabelloni dei palazzetti di tutto il mondo.

E’ un esempio per molti giovani e atleti che si approcciano alla disciplina e quel suo carattere determinato, tenace, testardo è caratteristico ormai del suo modo di essere sul tatami. Grande carattere della Semeraro sul tatami di gara e grande rispetto per le avversarie che incontra. Ha imparato oggi ad essere più calmierata in alcuni aspetti  di gara e del karate. Se il risultato non arriva (cercato fino allo stremo però) non importa, arriverà la volta dopo, come arriverà quella medaglia che lei sogna ancora. E nel suo cuore e nelle sue parole si fa largo il desiderio dell’oro mondiale, come quello di un alloro a Cinque Cerchi inseguito e sfiorato a Tokyo. Lo racconta a distanza di mesi ormai, ma con la vicinanza di certe immagini ed emozioni che tutto sembra essersi svolto solo ieri alle prime Olimpiadi della vita. Lei l’unica Donna del Karate italiano qualificata e già un primato da narrare in futuro. Ma con il sogno di tornarci, se un giorno il Cio deciderà di reinserirlo nelle discipline olimpiche. Scatterà sul tatami sicuramente e punterà alla qualifica, con tutta se stessa. Lo dice Silvia e lo promette con un tono di voce, che sottolinea convinzione e consapevolezza di una ragazza di 27 anni, con un passato di immensi sacrifici. Si è fatta grande Silvia in gare, esami a scuola superati e in tante fragilità affrontate con forza e superate. In questo modo probabilmente cresce una persona e una Donna sa come affrontare i sogni e realizzarli. Lei li ha avverati. E’ una delle stelle oggi del Team vincente delle Fiamme Oro di Roma e di una Nazionale con cui Silvia ha conquistato tantissime medaglie.

Silvia Semeraro sul podio dei World Games – foto Silvia Semeraro Facebook/Fijlkam

Agli Europei, ai Mondiali, ai Giochi Europei e in Premier League. E’ la numero 3 del ranking mondiale della World Karate Federation nel kumite dei 68 kg e sfodera talento e grida nei colpi, che si fanno poi vivi nelle medaglie che ottiene: 6 ori, 3 argenti e 2 bronzi in Premier League, 1 argento e 4 bronzi vinti agli Europei e l’argento mondiale conquistato a Dubai nel 2021, accanto al terzo posto ottenuto con il team femminile di kumite (storica conquista azzurra, dopo tanti anni) e all’immenso oro conquistato ai Giochi Europei del 2019 e al primo posto ai World Games nel 2022. Un palmares costruito forse prima di vincere le medaglie. Nelle giornate passate a studiare in palestra e negli autobus presi da sola e piccina nella sua città.

Ecco poi dove nasce il rispetto per chi come lei vive le stesse emozioni sul tatami e condivide quella vita di sacrifici e di sensazioni immense che solo lo sport è in grado di donare. La Semeraro oggi è una consapevole e convinta Donna che tutto arriva se con passione si affronta la vita e se con serietà ci si mette testa e cuore nelle cose: “Dicevo sempre in me: “Vedrete che un giorno sarò importante””. Dichiara Silvia a Il Faro online. Eh già. Lo ha fatto con l’umiltà della costanza di non mollare mai ogni giorno. L’insegnamento più importante probabilmente per le giovani generazioni che guardano a quell’atleta che adora la spettacolarità dei colpi sul tatami. Vorrebbe lasciare questo di sé, quando un giorno e in un futuro remoto, lascerà la carriera. Si emozionerà tantissimo forse, come accade all’inizio della carriera al primo respiro della sua avventura nel karate. La prima cintura conquistata davanti agli occhi dei suoi genitori. Non si tirava indietro Silvia nei combattimenti con i maschietti. La stuzzicava quella gara e la metteva alla prova. Perché gli amanti delle sfide già le vincono e già sanno che un giorno arriveranno lontanissimo, fino a scrivere i propri nomi e cognomi sui karategi e sui tabelloni dei palazzetti di tutto il mondo. Silvia lo ha fatto gridando il suo Nome e Cognome nei colpi del kumite e nel cuore buttato oltre l’ostacolo.

Cara Silvia, partiamo dalle medaglie. Ne hai vinte tantissime in una lunga carriera. C’è nei tuoi sogni quella che ti è sfuggita sempre e che insegui?

Silvia Semeraro foto Silvia Semeraro Facebook/Fijlkam

“Non perdo mai quella fame di conquistarne delle altre, che va di pari passo con il duro lavoro che svolgo quotidianamente. Che è la mia passione. Cerco di allenarmi al meglio, sono molto esigente con me stessa, purchè io ottenga ciò che mi prefiggo di raggiungere. O gli obiettivi che vorrei raggiungere. Sia nell’ambito sportivo che professionale. Con il karate mi sono riscoperta e lo faccio ogni giorno. Si migliora anche a livello di carattere. La medaglia che mi è sfuggita è sicuramente quella olimpica, ma anche una medaglia mondiale, competizione in cui ho avuto il secondo posto. Ce ne sono, sono superate e si guarda avanti, con la consapevolezza di poterle ottenere di livello superiore, bisogna lavorare tanto. L’importante è superare le sconfitte o il non raggiungimento di una medaglia essendo consapevole di me stessa e di quello che posso fare. Lavorare sui propri limiti”.

Sei diventata oggi il modello di karateka di molte atlete e tifosi. Cosa ha fatto Silvia per diventare la Semeraro campionessa sul tatami del 2023?

“Innanzitutto mi fa piacere esserlo. Spero di essere soprattutto non tanto la Campionessa (oggi c’è e domani chissà), ma l’esempio per i giovani e per i più grandi e per chi si appassiona al karate, come allo sport in generale. Vorrei essere esempio come atleta professionista, che si allena tanto per raggiungere gli obiettivi (come tutti gli atleti) in maniera minuziosa, precisa e determinata. Se le cose non vanno come dico io, scapoccio (ride). Ma sto diventando un po’ più elastica, a tutto c’è una soluzione, se non arrivano i risultati pazienza, si rimedia. Come mi sono costruita? Con tanti sacrifici. Spero un giorno di raccontarli in un libro o di poterli raccontare ai miei allievi. Quando andavo a scuola studiavo e andavo in palestra e sempre sacrifici con la mia famiglia, andare e tornare tutti i giorni. Studiavo in macchina e anche in palestra, cenavo in macchina anche. Capitava che tornavo a casa anche a mezzanotte e non potevo certo mangiare così tardi. L’indomani mi dovevo svegliare presto per andare alle scuole superiori come alle medie. Ho praticato il karate da quando avevo sei anni e a 14 anni ho fatto la mia prima gara in Malesia dall’altra parte del mondo, con la Nazionale Giovanile. A differenza di altri bambini che andavano solo a scuola e venivano accompagnati dai genitori mano nella mano, io ero ormai indipendente. Mi sono sempre rimboccata le maniche, ero spesso fuori all’estero o fuori città. Facevo interrogazioni prima o mi organizzavo anche per studiare. A volte i professori non capivano, ma non lo facevano perché non conoscevano la mia realtà sportiva. Se ero stanca a scuola, dovevo ugualmente stare attenta, a volte mi addormentavo sul banco, ma andavo sempre bene con ottimi voti. Dicevo sempre in me: “Vedrete che un giorno sarò importante”.

Silvia Semeraro foto Silvia Semeraro Facebook

E’ stata sempre una vita piena di sacrifici la mia. Dovevo conciliare tutto sin dalla tenera età. Mi sono persa la mia vita adolescenziale, ma lo sport e i sacrifici e il voler raggiungere gli obiettivi, entrare in un Gruppo Sportivo e volere i risultati e gli allenamenti costanti, ti porta a non avere la vita sociale normale che avevano gli altri, non puoi uscire spesso e fare tardi perché ti devi allenare ed essere costante sul tatami. E sicuramente mi sono privata di alcune cose che i ragazzi della mia età hanno fatto. Non mi pento di nulla certamente, non sono per niente dispiaciuta. Tutto quello che ho fatto mi ha portato ad essere quella che sono oggi e arrivare alla Silvia che sono adesso, a creare il mio Nome e il Cognome che ha calpestato tutti i tatami del mondo e non sono figlia d’arte e nessuno mai mi ha spianato una strada, ma mi sono costruita sempre tutto io… dico che sono assolutamente soddisfatta di me, come lo è anche la mia famiglia. Ho fatto tutto da sola insieme ai miei genitori. Magari ciò che non ho fatto nella mia adolescenza lo farò un giorno e con altra testa e maturità. L’importante è aver fatto ciò che volevo. Se ho scelto il karate è perché lo volevo, nel bene o nel male. Col senno di poi, anche se mi ha fatto mancare qualcosa mi ha fortificata in un’altra. Mi ha portato tante gioie, non solo sconfitte o altro”.

Le Olimpiadi di Tokyo. Se ci fosse la possibilità di tornare indietro, cosa non faresti e cosa vivresti meglio di come hai fatto?

Silvia Semeraro foto Silvia Semeraro Facebook/Fijlkam

Sono stata l’unica Donna qualificata dell’Italia. Ho fatto di tutto per farlo, nonostante i miei infortuni. L’approccio alla gara olimpica lo cambierei, ma facile dirlo.. ero l’unica ragazza in mezzo agli altri ragazzi e ognuno pensava alla propria gara. Non mi sono sentita sola, ma non è stato facile. L’Olimpiade è assolutamente diversa da un Mondiale o un Europeo. Ti approcci in maniera differente, è la gara che probabilmente non si ripropone quindi è una unica occasione. Questo mi ha portato ancora più tensione, la fame ce n’era tanta altrimenti non avrei combattuto con la mia solita rabbia e determinazione e non avrei vinto il match e con la testa ferita, l’emblema della mia Olimpiade. Si potevano evitare alcuni errori, sfortuna in alcuni match in cui si potevano far passare dei punti utili al passaggio di turno, per giocarmi la medaglia. Si deve incastrare tutto perfettamente per vincere e prendersi una medaglia. Ormai è passata. Se dovessero reinserire il karate ai Giochi, sono pronta alla qualifica. Non aspetto altro. Nel  frattempo mi godo le gare che ci sono e che sono tutte estremamente importanti. Anzi, preparano ai Giochi con consapevolezza alle Olimpiadi, ci sono e le faccio in previsione di tornarci. Si vedrà”.

..e allora, come è stato vivere i primi Giochi della vita e del karate? C’è un momento che ricordi con più emozione nella tua carriera?

Non ho mai avuto quella fase di tranquillità per godermi un po’ l’Olimpiade. Subito combattimento il giorno della gara. Da bambina, sin da subito mi hanno messo a combattere con i maschietti ed ero meno portata per i kata. Mi vedevano attiva e volevo fare. Mi davano questa ‘responsabilità’. Quando si ha un’atleta di talento per le mani, si pretende sempre il triplo. La mia prima cintura è stata una grande emozione, mi guardavano i miei genitori. Mi emozionavo durante le gare da bambina e sfidare i ragazzi mi dava ancora più mordente, non li temevo. Sono una persona competitiva”.

Nella ginnastica artistica c’è il Movimento Cassina. Vorresti lasciare qualcosa di te al karate? Per esempio: ‘Questa tecnica è tipica di Silvia Semeraro’?

Silvia Semeraro foto Fijlkam

Non ho un prototipo di combattimento. Combatto e lo faccio a modo mio e so di averlo solo io. Come guardo altri atleti che non copio, prendo spunto e vedo cosa posso aggiungere al mio bagaglio. Faccio fatica a dire ‘questa è la mia tecnica’. Ma quello che voglio è lasciare un bel karate creativo. Per chi ha doti fisiche è spettacolare sul tatami. Usare gamba, braccia e fare proiezioni. Non vuol dire nulla essere donna e non le puoi fare, …assolutamente no. Ciò che voglio far rimanere è un karate spettacolare, mi piacciono tanto tante tecniche che uso sempre. Sono abbastanza creativa, soprattutto quando sono libera di testa. Dipende tuttavia dalla tua avversaria, come stai di testa, se sei stanca, che tipo di gara è.. se è una finale mondiale o altro.. il karate è molto situazionale. Si vince e si perde con tutti, soprattutto. Devi stare sul pezzo e concentrata. Le gambe mi piacciono molto di più”.

Sport in generale o karate. Hai amiche o amici che senti e che frequenti, fuori dal tatami?

Silvia Semeraro foto Silvia Semeraro Facebook

“Ho tanti amici che praticano sport e che non lo fanno. Mi apprezzano e io apprezzo loro. Non giudico se non lo fanno, l’importante è muoversi. Ci sentiamo con le mie avversarie che stimo e che rispetto. Ci alleniamo con lo stesso obiettivo di vincere. Se c’è rispetto condito alla competizione è bello. Ma deve esserci rispetto sempre. Senza giudicare altre culture, ma rispettando altre vite e arricchendosi di questo. Il karate lo insegna. Il rispetto. Se perdi la testa, ci vuole sempre rispetto. Se conosci te stessa, sai dove vuoi arrivare. Non creare conflitti, ma risolvere i nostri in palestra. Imparare e portare poi a casa la vittoria. Se le mie avversarie vincono stringo loro le mani. Si impara e la prossima volta sarò migliore. Dopo tanti anni di gare, ho imparato questo”.

(foto@fijlkam/SilviaSemeraro-Facebook)

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