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Sabatini come Tortu: lo stupore al termine dei 100 metri emoziona le folle

7 settembre 2021 | 15:14
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Sabatini come Tortu: lo stupore al termine dei 100 metri emoziona le folle

Le lacrime della Sabatini e le mani tra i capelli di Tortu. Simile la reazione degli azzurri ed entrambi campioni delle Fiamme Gialle

Là al traguardo con stupore, seppur credendo nel proprio talento. E’ accaduto nei 100 metri. In gare diverse e in competizioni differenti, ma pur sempre al termine della distanza regina dell’atletica. Sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi. Le mani tra i capelli di Filippo Tortu e il pianto di Ambra Sabatini. Due ragazzi giovanissimi e già affermati nelle proprie discipline e nel proprio ambito.

Atletica dei normodotati per Tortu e quella paralimpica per la Sabatini. Ma l’umiltà mostrata al mondo non cambia, perché la festa dopo, dopo la conquista dell’oro a cinque cerchi, è stata affrontata come fossero bambini al circo. Con la gioia di chi sa di avere dato tantissimo prima, di essersi allenato e sacrificato per arrivare al massimo a Tokyo 2020. Prima ecco Filippo Tortu. Alle Olimpiadi, l’azzurro, ex primatista italiano nei 100 metri, ha vinto il titolo nella 4×100 passandosi il testimone con Fausto Desalu, prima di lui in pista, che a sua volta, aveva ricevuto il passaggio dall’appena campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs. Una squadra messa in pista per vincere, con Lorenzo Patta ad aprire la sfida. Filippo ha corso l’ultimo tratto, quello della responsabilità più grande, più forte, più marcata. Sarebbe dipeso da lui, comunque fosse andata. Doveva prenderlo quel testimone in mano e correre come sapeva fare. Così ha fatto. Ha trovato là il suo riscatto personale per una stagione in salita, lo ha trovato sul traguardo dei 100 metri più importanti della sua vita. E ha corso velocissimo e sotto i nove secondi. Per un centesimo a volo d’aquila ha trovato il successo azzurro, correndo di più della Gran Bretagna. E alla fine della strada sportiva, ecco lo stupore. Le sue mani nei capelli: “..che cosa ho fatto..”. In questo modo Tortu ha accolto la sua entrata nella storia, insieme ai compagni di squadra: “..che cosa abbiamo fatto..”. dal singolare, al plurale dopo. Ma pur sempre quel gesto, lo ha fatto lui, scoppiando a piangere dopo, come un bambino al circo.

(foto@Bizzi/Cip)

Così è accaduto anche ad Ambra. appena diciannovenne. Un sorriso da bambina, appena uscita dalla sua camera dei giochi, appena uscita dalla camera di chiamata dei Giochi Paralimpici. Treccine, divisa azzurra impeccabile e con i tempi incredibili nelle gambe. Una sana e l’altra amputata, per un incidente in scooter. Non si è tirata indietro la giovane Sabatini e si è presa il titolo italiano e i record. L’aveva appena perso in semifinale. La Regina Martina Caironi, argento nei 100 metri T63, glielo aveva strappato in qualifica. Ma lei se l’è ripreso in finale. Velocissima sul traguardo. In una finale storica per l’Italia Team alle Paralimpiadi. Tre donne sul podio. La Contrafatto terza nei 100 metri e Ambra prima. Piangente sul traguardo. Non è mai accaduto nello sport. poco l’atleta ha tempo di emozionarsi prima di tagliare il traguardo, ma Ambra se n’è accorta perché era prima, perché non avrebbe potuto fare altrimenti, non c’era nessuna avversaria prima di lei verso la fine della corsa dei 100 metri. E quello stupore, con l’emozione fortissima di una ragazzina di 19 anni, oggi Regina dei 100 metri paralimpici T63, lo ha mostrato al mondo, con un pianto a dirotto, trasformato poi in gioia infinita, oltre il traguardo, con il Tricolore sulle spalle.

Come Tortu. Ambra e Filippo hanno vissuto una esperienza simile alla fine dei 100 metri, in maniera diversa. In base alla loro storia, alla loro carriera, al loro essere atleti. Ma l’emozione trasmessa agli appassionati è stata la stessa. Se Filippo ha messo le sue mani tra i capelli per comunicare il suo stupore, Ambra è scoppiata in lacrime, anche se le lacrime Filippo le ha versate dopo. Come Ambra sul podio. Ma l’inno di Mameli è stato lo stesso per entrambi. Campioni a cinque cerchi alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi, entrambi atleti delle Fiamme Gialle. Entrambi giovanissimi e nella storia dell’atletica mondiale.

(foto@Colombo/Fidal)

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