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I Tavoli del Mare, ecco il documento finale

6 dicembre 2017 | 18:00
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Due giorni di lavori intensi, per un nuovo approccio al sistema della convegnistica. Protagonista l’economia del mare e il concetto di rete.

LEGGI LA RELAZIONE FINALE Tavoli del Mare 2017

Il Faro on line – I Tavoli del Mare, due giorni di lavoro intenso, sui temi “dell’economia del mare per il litorale laziale”, nati dall’idea di mettere a confronto il mondo delle istituzioni, imprenditori di diverse estrazioni, politici di schieramenti diversi, enti superiori e enti locali, tecnici del diritto, biologi, professori universitari, non solo per parlare, ma per tracciare linee d’intervento concrete e realmente perseguibili.

L’occasione è stata appunto la 1^ edizione del convegno regionale “I Tavoli del Mare: l’economia del mare per il Litorale del Lazio”, pensata, immaginata, realizzata e voluta fortemente dal Faro on line, che ha trovato il Comune di Fiumicino come partner istituzionale illuminato, che ha creduto in questo progetto.

I lavori del convegno, di alto livello tematico, istituzionale e scientifico e basato sul confronto tra stekeholder, cioè i portatori reali dei bisogni ed interessi, e i rappresentanti politici a cui affidare idee, criticità e soluzioni sono stati predisposti e supervisionati da un comitato scientifico composto da esperti del settore e addetti ai lavori.

L’obiettivo non è stato quello di risolvere i problemi (non può essere un convegno a farlo, né bastano due giorni) ma di “inchiodare” tutti gli attori a documenti concreti, cosa che è stata fatta nel primo giorno di lavori con i tavoli tecnici. E poi aprire questi lavori alla gente comune, ai cittadini, che hanno avuto la possibilità di sentire ciò che era scaturito dai lavori, e hanno anche avuto la possibilità di parlare direttamente (non solo con le domande formali, ma anche faccia a faccia) con sindaci, parlamentari, senatrici, imprenditori.

Un “format”, ideato dal Faro on line, che ha riscosso il plauso degli intervenuti.

Il primo giorno, il convegno è stato caratterizzato dalla sessione “tematica e partecipata”, organizzato con la predisposizione di tre tavoli, ognuno dei quali è stato dedicato ad una specifica tematica, i cui lavori sono stai condotti con una metodologia che ha dettato le linee guida del confronto, dell’analisi e individuazione delle criticità e delle soluzioni.

Le tematiche affrontate sono state:

Tavolo 1 – Ambiente: lo stato di salute del mare;
Tavolo 2 – Balneari: la costruzione di nuovi scenari;
Tavolo 3 – Nautica: lavoro, innovazione e sviluppo.

I “Tavoli Tematici”, hanno prodotto dei contenuti, in termini di idee, progettualità e proposte concrete, che sono stati posti al centro dei lavori della seconda giornata del convegno.

Nel secondo giorno si è tenuta la sessione dei lavori del convegno in “seduta plenaria”. Partendo dall’esposizione, da parte dei referenti dei singoli tavoli tematici, delle relazioni prodotte nella prima sessione, il programma dei lavori è proseguito con gli interventi e le analisi dei rappresentanti di enti istituzionali e politici di livello locale, regionale e nazionale.

L’approccio metodologico che ha guidato i lavori del convegno, si è basato sulla capacità di creare le condizioni per una partecipazione aperta al confronto, al fine di agevolare la circolazione di informazioni, conoscenze, esperienze ed innovazioni, rafforzando i legami tra i partecipanti e la collaborazione nella ricerca di soluzioni ai problemi.

Ogni tavolo tematico di lavoro ha avuto 2 sessioni di discussione con due livelli di approfondimento del tema, il primo più generale e il secondo comprendente anche delle soluzioni applicative.

L’intervento di ogni partecipante al tavolo è stato registrato da un rapporteur di tavolo che ha avuto il compito di raccogliere tutti gli interventi ed elaborarli in un instant report della giornata.

La redazione de “Il Faro” ha avuto il compito di produrre un documento di sintesi della prima giornata dei tavoli tematici, che è stato inviato ai relatori in programma nella seconda giornata del convegno e, un documento finale, che è stato divulgato nei giorni successivi e inviato a tutti gli organi istituzionali ed economici interessati.

2. IL DISEGNO DI LEGGE 4302

Il disegno di legge-delega per il riordino delle concessioni demaniali marittime, è stato approvato dalla Camera proprio a ridosso del convegno “I Tavoli del Mare”. Tale legge incide sia nel settore balneare sia in quello nautico. Su questo tema di base si sono confrontati i due tavoli tecnici di settore (Balneari e Nautica), mentre il tavolo permanente sull’Ambiente è partito, invece, dal problema del ripascimento per allargarsi al tema più generale della salute del mare.

Presentato in consiglio dei ministri lo scorso 27 gennaio per iniziativa dell’allora Ministro agli affari regionali Enrico Costa, il disegno di legge n. 4302 intende riordinare la gestione delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo, quelle cioè su cui insistono le migliaia di stabilimenti balneari italiani. Il piano del governo, per adeguarsi alla direttiva europea “Bolkestein” sulla liberalizzazione dei servizi, sarebbe quello di istituire le procedure di evidenza pubblica per tali concessioni, che fino a pochi anni fa godevano invece di un regime di rinnovo automatico poi abrogato per uscire da una procedura di infrazione europea. Le successive proroghe concesse ai titolari degli stabilimenti (l’ultima al 31 dicembre 2020) sono state dichiarate incompatibili con il diritto comunicario da una sentenza della Corte di giustizia Ue pronunciata il 14 luglio 2016; e dopo pochi mesi il governo ha preso l’iniziativa di questo Ddl.

Per rispondere alle rivendicazioni degli imprenditori balneari, che avevano effettuato investimenti in base al precedente contratto di rinnovo automatico, il governo ha inserito nel disegno di legge il riconoscimento della “professionalità acquisita” e del “valore commerciale”: in parole semplici, alle future evidenze pubbliche gli attuali titolari potranno contare su un punteggio più alto grazie alla loro esperienza, e se proprio dovessero perdere la loro azienda, sarà comunque garantita una sorta di indennizzo. Ma tali aspetti sono stati giudicati insufficienti dalle associazioni di categoria dei balneari.

2.1 L’iter in parlamento

Dopo il voto alla Camera, la parola passa ora al Senato. Ma siamo prossimi alle elezioni, e c’è solo una “finestra” a novembre per poterlo approvare. Solo se anche a Palazzo Madama la maggioranza sarà favorevole, il governo dovrà poi varare uno o più decreti attuativi per concretizzare definitivamente la riforma.

2.2 Riconosciuto il legittimo affidamento

Il principio del “legittimo affidamento”, assente nella stesura originaria del ddl, è stato integrato dall’emendamento 1.200 firmato dai relatori Arlotti e Pizzolante nel primo comma dell’articolo 1, che ora recita così:
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo di cui all’articolo 03, comma 1, del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, nel rispetto della normativa europea, con riguardo anche alle previsioni dell’articolo 12, comma 3, della direttiva 2006/123/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio e al principio del legittimo affidamento, […]

Come ha riconosciuto anche la sentenza della Corte di giustizia europea, lo Stato italiano, nell’abrogare da un giorno all’altro il regime di rinnovo automatico, ha leso il principio del legittimo affidamento: i privati imprenditori balneari hanno cioè fatto affidamento su un orizzonte temporale indefinito in base al quale pianificare i propri investimenti, e dato che questo orizzonte temporale indefinito è stato cancellato all’improvviso, gli imprenditori hanno diritto a un equo indennizzo (in termini di anni di concessione e/o di denaro). Inserire tale definizione nel ddl rappresenta un primo passo verso la tutela di questo diritto, ma senza ancora stabilire cosa significhi in concreto.

I TAVOLI TECNICI

3. TAVOLO VERDE- AMBIENTE
Il confronto tecnico tra gli esperti del settore sui temi della difesa della costa e dell’inquinamento ha prodotto una relazione che sintetizza le priorità individuate per la risoluzione delle criticità primarie.

3.1 Difesa della costa
In merito alla difesa della costa, al fine di risolvere l’annosa problematica dell’erosione costiera (problema diffuso nel Mediterraneo), in cima alle azioni da mettere in campo è la costituzione di un’Alleanza dei Comuni Costieri del Lazio per la costituzione di un Osservatorio dei Comuni del Mare e intraprendere così azioni condivise e coordinate di monitoraggio continuo dell’erosione. Questa fase preliminare permetterebbe di cambiare approccio metodologico per affrontare il problema, mediante l’osservazione limitata anche a sole due volte l’anno, e potrebbe fornire statistiche sul moto ondoso attraverso il posizionamento di ondametri e correntometri, sensori chimici e biologici e rilevatori satellitari.

L’approccio adottato sin qui si è concentrato sul moto ondoso e non sulla corrente litoranea di fondo, che è la vera causa che sposta il materia sabbioso in modo longitudinale. La possibilità di avere un’entità di riferimento locale e che metta a sistema le esigenze e le problematiche di tutti i Comuni costieri (fornendo altresì la situazione oggettiva di ogni litorale) potrebbe fornire un utile supporto nei processi decisionali regionali.
Lo step successivo prevede la sottoscrizione di accordi per interventi pluriennali, non limitati a interventi eccezionali e di grandi dimensioni ma anzi di manutenzione costante e continuativa, con un monitoraggio continuativo.

La scelta ricade verso soluzioni di ripascimento morbido con una progettualità a lungo termine che preveda interventi di partnership pubblico privata e project financing, evitando il posizionamento di barriere fisse frangiflutti, che al momento non si sono rivelate risolutive né utili per il contenimento del fenomeno erosivo. Diverse soluzioni di ripascimento sono state messe agli atti della Commissione e verranno presentate all’Amministrazione Regionale nel momento istituzionale preposto.

E’ altresì emersa la proposta che l’Alleanza dei Comuni del Mare avvii una vertenza con la Regione Lazio, l’Autorità di Bacino e l’Enel in merito agli sbarramenti e alle dighe presenti sul Tevere (a partire da quella di Castel Giubileo) che incidono assai negativamente sui trasporti solidi del fiume, ormai ridottissimi. E’ da ritenersi che occorra rivisitare la perdurante necessità di detti sbarramenti e dighe, se necessario anche rivisitati sul piano dell’aggiornamento tecnologico al fine di minimizzarne gli effetti negativi sui citati trasporti solidi.

3.2 Inquinamento
In merito al tema dell’inquinamento delle acque la prima proposta del Tavolo dell’Ambiente è quella di avviare una vertenza rivolta alla Regione Lazio e all’Autorità di Bacino sull’inquinamento marino prodotto dal Fiume Tevere, sia relativamente ad una depurazione che si rileva ancora assai insufficiente sia relativamente al rilascio in mare di rifiuti e in particolare di plastiche. Per intervenire sulle cause del fenomeno sarebbero opportuni altre azioni legislative a livello regionale.
Azioni più immediate, invece, la raccolta dei rifiuti dai fondali marini valorizzando gli effetti della Legge 221 del 2015, art.28.
Interventi di sbarramento del Fiume Tevere con il posizionamento di griglie fisse e mobili per la raccolta delle plastiche prima che finiscano in mare ed infine l’applicazione regionale del Decreto Legge 29 Agosto del 2015, n.92 per far sì che i produttori di alimenti utilizzino materiali biodegradabili come involucro degli alimenti.

I TAVOLI TECNICI

4. TAVOLO BLU – NAUTICA
4.1 Premessa. Il comparto della nautica è un settore economico importante per le località marittime e vede nella costa laziale insediamenti storici e tradizionali in numerose località, da Gaeta a Fiumicino passando per Anzio e Nettuno o su a nord Civitavecchia.
Questo settore ha attraversato una pesante crisi economica legata a motivi congiunturali, ma anche a provvedimenti normativi sbagliati, quali, ad esempio, la tassa di stazionamento della finanziaria Monti, che nascono dall’idea che la nautica sia solo un passatempo per gente ricca.
Legge che ha prodotto l’effetto della fuga di migliaia imbarcazioni verso i porti degli altri paesi del mediterraneo.
Recentemente il legislatore sembra aver compreso alcuni errori corretto il tiro.

Bisogna far comprendere al grande pubblico che la nautica è fonte di lavoro e reddito per migliaia di imprese, lavoratori altamente professionalizzati, carpentieri, verniciatori, motoristi, impiantisti, strumentisti, produttori di vele, tour operator dei charter ecc. cioè i tanti mestieri della nautica.

Per le località dove ci sono gli insediamenti nautici (porti e marina) si sviluppa un notevole indotto per gli altri settori economici come bar, ristoranti e alberghi, professionisti di vario genere come broker, assicuratori, ecc.
Quindi un settore che “conviene” sostenere per lo sviluppo economico complessivo dei territori.

Ovviamente i problemi non finiscono qui, anzi… abbiamo infrastrutture spesso vecchie ed inadeguate ad assicurare la navigazione in sicurezza, fondali insufficienti perché non dragati da anni, strutture portuali che rappresentano una frattura con il tessuto urbano.

Fiumi e Mare puliti sono un presupposto fondamentale per la fruizione della nautica. La presenza di rifiuti galleggianti, tronchi d’albero, plastiche di ogni genere, relitti affondati o semi affondati, tutto ciò costituisce un pericolo, crea danni alle imbarcazioni e alle infrastrutture
Di seguito alcuni punti di proposta che possono contribuire a dare un nuovo impulso al comparto.
Ovviamente il presupposto è che i Comuni, le Regioni le istituzioni politiche facciano la loro parte per mettere in condizioni i privati, le imprese di fare la loro.

4.2 Strumenti di governo del sistema economico turistico della costa (quali il Distretto turistico di Roma Capitale e il Distretto Nautico), riaggiornati alla luce delle nuove esigenze e delle nuove normative.
All’interno di questi strumenti di tipo consortile creare delle task force operative che possano essere elementi di confronto con le rispettive autorità per affrontare i problemi dei differenti comparti che interessano il mondo della Blue Economy.

4.3 Infrastrutture. L’utilizzo di risorse per la realizzazione delle infrastrutture portuali che devono servire a raggiungere un duplice obiettivo: la valorizzazione delle nuove funzioni e la riqualificazione urbana delle strutture esistenti. Il fine ultimo è la creazione di un equilibrio tra città e strutture portuali – anche attraverso l’armonizzazione degli strumenti urbanistici e paesaggistici – con la produzione di sinergie e integrazioni che possano funzionare da volano per il rilancio e lo sviluppo dell’economia locale.

Manutenzione ordinaria: mantenimento delle strutture esistenti secondo i migliori standard qualitativi e di efficienza, al fine di assicurare la navigabilità delle acque interne, il dragaggio e il livellamento dei fondali, secondo una logica di interventi periodici e continuativi e non episodici.

L’utilizzo di recenti strumenti normativi (Legge Madia) che favoriscano lo snellimento delle procedure burocratiche e il raggiungimento di tempi certi per la realizzazione delle opere (così da fornire un incentivo anche all’imprenditoria privata).
Verifica della possibilità di accedere alle agevolazioni finanziarie previste dai contratti di sviluppo di emanazione del Ministero delle Attività Produttive, gestite da Invitalia Spa.

4.4 Concessioni. Superamento dell’attuale situazione di stallo a livello normativo per il rinnovo delle concessioni demaniali con le opportune distinzioni tra la fattispecie turistica e quella produttiva al fine di tutelare gli investimenti sulle infrastrutture e gli apparati tecnologici, le maestranze artigianali, che costituiscono la specificità e la tradizione della cantieristica.

4.5 Innovazione tecnologica. Costituzione di un osservatorio sull’utilizzo di nuove tecnologie in ambito produttivo del “sistema barca” (sottosistemi di prodotto e componentistica), con lo scopo di monitorare lo stato dell’arte delle imprese, identificare le best practice locali, che si caratterizzano per elevato know-how in ricerca e innovazione.

4.6 Artigianato tecnologico: realtà di piccole dimensioni che traducono l’esperienza artigianale radicata nel territorio in elementi di innovazione di elevato valore). L’obiettivo di tale proposta è il reperimento di risorse per la promozione e l’internazionalizzazione (accesso a spazi espositivi, fieristici nazionali e internazionali o ricorso all’utilizzo di figure come l’export manager).

4.7 Formazione. Indirizzare i giovani alla formazione nel settore con la duplice valenza della valorizzazione e del recupero delle pratiche tradizionali (quali il maestro d’ascia) e l’adozione delle nuove tecnologie sperimentate nelle aziende ad alta innovazione tecnologica (sopracitate).

4.8 Fiumi e Mare puliti. Creare un piano di disinquinamento dei fiumi, che veda il coinvolgimento di tutte le istituzioni, di tutti i Comuni attraversati dai fiumi evitando di scaricare il problema sul tratto terminale.
Istituire un sistema di monitoraggio della qualità delle acque che consenta di attivare degli allarmi in caso di sversamenti o situazioni d’emergenza;
Installare una struttura di raccolta e sollevamento dei rifiuti galleggianti;
Predisporre un piano di Rimozione dei Relitti lungo le sponde del Tevere.

I TAVOLI TECNICI

5. TAVOLO GIALLO – BALNEARI
5.1 Legge delega. Il confronto tra le realtà presenti, pur nelle diversità di approccio rispetto alla necessità di migliorare il testo della legge delega (differenze sono state registrate tra CNA e Federbalneari, ad esempio), ha trovato dopo un’approfondita discussione una sostanziale convergenza nell’esigenza di arrivare a definire quanto prima le regole “suggerite” dalla direttiva Bolkestein.
In concreto, si chiede alle forze parlamentari di impegnare il governo a recepire come impegno politico i sette ordini del giorno presentati e approvati, con specifico riferimento a chiarire cosa si intende per “legittimo affidamento”, per “periodo transitorio” per “adeguato valore d’azienda”.
Su queste basi, trasformando la frase “valutare l’opportunità di…” in “si impegna il Governo a…” le associazioni balneari presenti al Tavolo, consci dell’importanza di approvare in tempi rapidissimi la legge delega, sono disposti ad accettare il testo così come licenziato dalla Camera, evitando emendamenti al Senato.
L’impegno politico ad approfondire le questioni sollevate con gli ordini del giorno deve però essere un patto con gli imprenditori, piccoli medi e grandi, da non tradire una volta passata la legge.
Un sollecito è stato fatto al legislatore affinché chiarisca meglio (anche se il Codice della Navigazione su questo è già chiaro) che il concento di “evidenza pubblica” non significa né gare né aste né appalti.

5.2 La Regione Lazio. Quanto alle competenze regionali (nel corso del dibattito è peraltro uscita la notizia dell’approvazione martedì scorso in Giunta Regionale del Piano di Utilizzo degli Arenili), con particolare riferimento al tema della rigenerazione urbana, si chiede alla Regione Lazio di delegare – nel concreto – ai Comuni, per semplificare le procedure relative alla rigenerazione urbana, la competenza al riassetto edilizio dei manufatti già esistenti sul demanio marittimo.

5.3 Comuni. Infine una sollecitazione ai Comuni: approvare i Piani particolareggiati della costa (ovviamente previa approvazione del Pua – Piano di utilizzo dell’arenile), strumento utile per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Anche in questo caso non si parla di aumento di cubature, ma di riqualificazione dell’esistente.

Altri problemi che restano aperti
5.4 L’Iva al 22%. Il settore balenare sconta l’Iva al 22 %, mentre i paesi europei turisticamente più rilevanti praticano regimi IVA con aliquote inferiori al 10%, assestandosi su percentuali anche del 5,5% come in Francia, o del 7%, come accade in Spagna.

5.5 Rivoluzione sui canoni balneari – valori Omi. La nuova stesura del ddl prevede che questi siano suddivisi in almeno tre fasce di calcolo, a seconda della valenza turistica dell’area su cui insiste la concessione, e che una quota delle cifre versate vada reinvestita obbligatoriamente da Comuni e Regioni per il «sostegno delle attività del settore turistico ricreativo» nonché per coprire i «costi sostenuti per la gestione amministrativa del demanio marittimo». Tali modifiche sono state suggerite da tre emendamenti firmati da numerosi deputati del Partito democratico. Confermata la volontà di riequilibrare i canoni eliminando le disparità legate ai valori Omi che hanno portato alle stelle le cifre delle circa trecento imprese balneari pertinenziali italiane.

6. IL CONVEGNO

6.1 L’idea dell’Associazione dei Comuni del Litorale
Dai “Tavoli del Mare” sono uscite diverse proposte, progetti, sollecitazioni ai diversi livelli istituzionali sul tema dell’economia del mare.
La prima che abbiamo registrato è stata quella lanciata dal sindaco di Fiumicino Esterino Montino, ed accolta dal sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino, di creare un organismo permanente che racchiuda tutte le città costiere della regione, per avere una posizione univoca e condivisa sulle problematiche della costa, non solo per affrontare le emergenze, ma per diventare interlocutore propositivo della stessa Regione Lazio, con l’obiettivo principale di far diventare il mare una priorità economica e strutturale degli investimenti regionali.
L’idea del sindaco di Fiumicino è mutuata da quella già esistente a livello nazionale per i Comuni aeroportuali, L’Ancai (Associazione nazionale dei Comuni aeroportuali italiani).

Dal Tavolo Verde sull’Ambiente è uscita chiaramente l’esigenza di ripensare il tema del rinascimento non solo rispetto al metodo da usare, ma alla visione d’insieme della costa. Negli anni infatti si è evidenziato che gli interventi spot su un territorio, svincolati da altri interventi su altri comuni, ha prodotto il risultato di vedere vanificato lo sforzo in pochi anni (in alcuni casi addirittura in pochi mesi).

E questo è solo un esempio del ragionamento generale: nord, centro e sud della costa devono parlare una sola lingua se vogliono tutelare ambiente e investimenti.
Esterino Montino: “Ho proposto la creazione di una rete tra i 23 Comuni del Lazio che insistono sulla costa per un lavoro congiunto per lo sviluppo e la tutela del nostro mare, per noi volano imprescindibile di rilancio economico, turistico e commerciale. I Comuni non possono essere semplici esattori e gestori del demanio statale. Devono acquisire un ruolo da protagonisti. Per questo serve una sinergia che ricalchi quella già in atto ed efficace dell’Ancai, associazione che riunisce i Comuni sede di Aeroporti.
Dobbiamo ragionare in termini di sistema. Andando sempre divisi, ognuno con la propria emergenza, non riusciremo mai a risollevare realmente le sorti di un comparto, quello del mare appunto, che invece ha bisogno di una visione ampia e di investimenti strutturali”.
Antonio Cozzolino: “E’ evidente lo scollamento tra le Istituzioni. Spesso ci troviamo ad elemosinare un’attenzione sui problemi esistenti che non arriva. Anche piccoli investimenti non trovano sbocco, non tanto per carenze di risorse quanto per disattenzione burocratica. I sindaci sono costretti a fare i dispensatori di sacrifici (o come ha detto Montino “esattori per conto di altri”) e questo non va bene.
Per questo ho accolto l’idea del sindaco Montino di creare un’associazione dei comuni costieri del Lazio e l’ho fatta mia. Ora lavoriamo insieme per dialogare con gli altri Sindaci, per fare gruppo e portare avanti le esigenze delle città sul mare, spesso simili fra loro, anche a tavoli istituzionali superiori quali quelli in Regione”.

Il Faro on line, promotore dei Tavoli del Mare, ha proposto anche una sigla per questo nuovo organismo che attualmente le segreterie dei due comuni portuali stanno vagliando sulla scorta dello statuto del’Ancai: la sigla potrebbe essere Asm, ossia Associazione dei Sindaci del Mare, oppure Acl, ossia Associazione Comuni del Litorale, organismo da creare che potrebbe dunque raccogliere le adesioni di tutti i Comuni e creare un osservatorio permanente dei mali (ma anche delle prospettive) dei comuni costieri.

Al di là del nome, comunque, è l’idea che ha fatto breccia, e che è già in fase operativa. Ora ci sarà un lavoro di collegamento con tutti i Comuni della Costa, ma è presumibile che non ci vogliano tempi biblici per mettere in campo l’iniziativa. L’obiettivo è creare lo strumento utile per dialogare con la Regione, a partire dalla nuova legislatura, quale che sia il colore politico della Pisana o delle singole amministrazioni comunali.

6.2 Concessioni demaniali
La questione delle concessioni è risultato essere un tema da affrontare con molta decisione, auspicando una svolta in tempi brevi e che il Senato approvi la legge approvata dalla Camera.
Il testo ha ancora chiarimenti da fare, ambiguità da risolvere, che divide il mondo vario dell’imprenditorialità, in cui le opinioni sono diverse ma, di fronte al vuoto normativo viene considerato un passo avanti, altri Paesi hanno già recepito la normativa comunitaria.
Se l’Italia non farà questo passo, rischia di incorrere nelle ammende e di essere messa in mora dall’Europa.

6.3 Una fondazione per il Litorale. La proposta – effettuata dal presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Mario Baccini, consiste nella creazione di uno strumento che sia di ausilio a imprenditori e amministrazioni pubbliche, che si interfacci con gli Enti superiori e con le Istituzioni, che funga da cabina di regia del litorale.

Uno strumento per recuperare all’economia produttiva quegli imprenditori che non hanno garanzie da offrire; per rimettere in moto l’economia di mercato; per far coesistere pubblico e privato con un effetto sull’occupazione.

6.4 Ripristinare le Commissioni consultive
L’auspicio è stato quello che riprendano i lavori amministrativi tra Regione e autorità portuale e che tutte le forze politiche siano consapevoli dell’importanza di un network sulla portualità sul litorale romano nord tra Fiumicino e Civitavecchia, e anche oltre.
La proposta è stata quella che debbano essere ripristinate le Commissioni consultive composte dagli operatori portuali, sindacati di categoria e imprenditoria al fine di collaborare con l’autorità portuale.

6.5 Le proposte di Confcommercio. Nell’ambito dei Tavoli del Mare, Confcommercio Fregene ha contribuito con un prezioso documento di analisi, voluto dal presidente Franco Del Monaco e realizzato dall’architetto Patrizio Bitelli, sullo stato di salute delle coste.
Il documento, che sarà allegato in integrale sul Faro on line, affronta con determinazione alcuni problemi specifici del territorio ricadente nel Comune di Fiumicino.
Il passato. Pur valutando la questione dello stato di salute dei 24 chilometri di costa di fiumicino sul piano generale è opportuno rivolgere lo sguardo alla località di Fregene detta la “Perla del Tirreno” ricordando il passato che intorno alla metà del terzo secolo a.C. divenne un porto Romano alla foce del fiume Arrone a difesa delle spiagge soggette a continue scorribande piratesche. Ma presto a seguito degli scavi di Ostia Antica e successivamente dei Porti di Claudio e Traiano, il predetto porto perse la sua importanza lasciando solo le ville patrizie.

Ma la zona in quell’epoca non presentava un modello di vita favorevole a causa dell’entroterra paludoso dove pullulava la malaria. Si attese l’anno 1666 con Papa Clemente IX che pose a dimora una grande pineta, utile per l’assorbimento dell’acqua stagnante e più tardi le grandi opere di bonifica che lo Stato realizzò in tutta la zona di Maccarese. Purtroppo da quel momento cominciarono i guai per la qualità di quel tratto di mare.
La lottizzazione del territorio, l’incremento edilizio, i grandi sversamenti determinati dal fiume Tevere, portatore di masse inquinanti di ogni tipo, quelli del fiume Arrone e delle acqua Alte e Bassa di Maccarese che ancora oggi trascinano i residui delle zone agricole e dell’aeroporto di Fiumicino, ponendo il nostro mare tra i peggiori lidi del paese.

Il futuro. A questo riguardo si impongono interventi strutturali:
1) Opere di bonifica dei canali d’irrigazione di Maccarese;
2) La ristrutturazione del depuratore di Torre Primavera ormai obsoleto;
3) Interventi per il rifacimento degli arenili a causa della forte erosione;
4) Una immediata riqualificazione del lungomare tramite opere di arredo urbano;

5) Completamento delle opere di urbanizzazione;
6) Miglioramento dei trasporti urbani con un collegamento funzionale con la stazione ferroviaria di Maccarese”.
Un vero e proprio “piano industriale” per far ridecollare la Perla del Tirreno sia sotto l’aspetto ambientale sia sotto quello economico. Una sollecitazione arrivata dai “Tavoli”, con un programma di cose concrete che spetta alla politica fare proprio. Non solo inserendolo nei programmi elettorali, ma agganciandoci un cronoprogramma che renda eseguibili le soluzioni proposte, almeno per la parte finanziabile immediatamente; per il resto l’impegno a reperire fondi.

7. Tavoli del Mare: giudizi e valutazioni
Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino: “Siamo molto soddisfatti del convegno “I Tavoli del Mare”, perché è stata un’occasione importante di confronto, discussione e lavoro congiunto tra Enti, istituzioni, operatori del settore, associazioni e imprenditori su temi di grande interesse e strategici per il rilancio turistico e commerciale del nostro territorio, quali la nautica, la salvaguardia ambientale, in particolare del nostro mare, e le prospettive future di chi con il mare lavora ed è produttivo per sé e per gli altri.
La partecipazione ai tavoli di rappresentanti politici del Parlamento italiano ed europeo, della Regione Lazio, di altri Comuni a noi limitrofi e simili per caratteristiche e prospettive, di associazioni di categoria e addetti ai lavori è rappresentativa, oltre che del grande interesse sul tema, di una volontà congiunta di cooperazione, per far diventare il settore un traino per l’economia e una opportunità di lavoro per i cittadini.
Durante i tavoli tecnici sono stati prodotti documenti che preludono a un impegno futuro da parte di tutti, attestano il lavoro svolto durante i convegni e testimoniano la concretezza di questa iniziativa, che siamo convinti durerà nel tempo”.

Il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino: “Sono stato a Fiumicino ad un incontro interistituzionale organizzato dal giornale on line “Il Faro”, dal tema I Tavoli del Mare. Un convegno molto interessante e per il quale ci siamo già offerti come Civitavecchia di ospitare la seconda edizione”.

Il consigliere Regione Lazio, Giancarlo Righini: “Ringrazio gli organizzatori del convegno poiché momenti di confronto come questi sono occasioni fondamentali per confrontarsi fra tecnici e politici di diverso schieramento e trarre spunti per mettere in pratica le migliori scelte di governo”.
La senatrice, Manuela Granaiola: Un format, quello dei Tavoli del Mare, ideato dal Faro on line, che ha riscosso il plauso degli intervenuti. Una modalità di organizzare un convegno molto interessante e proficua, con la partecipazione di chi realmente lavora nel settore ed è un esperto delle tematiche affrontate.
I tavoli tecnici ben pensati e organizzati. È un format e che ho chiesto di poter replicare in Toscana, nella mia Viareggio, per altri eventi”.

La senatrice Fabiola Anitori: “Una iniziativa importante e molto interessante. Altri comuni sono interessati a replicare il modello organizzativo.
Una modalità di fare un convegno molto efficace sia per la presenza di esperti e addetti ai lavori e, sia per la presenza politica ben rappresentata a vari livelli istituzionali”.

Il vice sindaco del comune di Ladispoli, Gianpaolo Perretta: “Condivido il modello organizzativo che ha permesso di affrontare le tematiche con più forza, superando le appartenenze e mettendo al centro i contenuti”.

Il vice sindaco del comune di Fiumicino, Anna Maria Anselmi: “Non è stato il solito convegno, ma uno studio sinergico, proposto con l’organizzazione di tavoli tecnici con esperti e addetti ai lavori. Le tematiche proposte sono state molto importanti e affrontate e discusse in profondità”.

L’assessore alla cultura del comune di Fiumicino, Arcangela Galluzzo: “È stato un convegno organizzato per essere efficace, in cui sono state messo al centro tematiche importanti in modo concreto”.

Il consigliere comune di Fiumicino, Mauro Gonnelli: “Da uno scetticismo inziale, perché non capivo bene dove questo convegno volesse andare a parare, sono passato ad un entusiasmo convinto. E’ forse l’appuntamento dell’anno con maggiore concretezza, riguardo i temi dell’economia e del territorio.
Il format utilizzato è davvero innovativo, mette allo stesso tavolo, e dunque sullo stesso piano, competenze e ruoli diversi, con l’obiettivo comune di analizzare un problema e proporre soluzioni. Non è assolutamente facile arrivare a questo obiettivo. Il Faro on line c’è riuscito, creando delle condizioni di maggiore apertura, in quanto fuori dai contesti istituzionali. Ora bisognerà dare corpo alle proposte, già concrete, arrivate dai tavoli”.

Il cooodinatore provinciale Ncs di Roma, Williams De Vecchis: “Il successo dei “Tavoli di mare” è dovuto al fatto che tutte le forze politiche sono consapevoli dell’importanza dei temi proposti. È stata un’ottima piattaforma e un laboratorio importante per gli addetti ai lavori.

Il consigliere comune di Fiumicino, Maurizio Ferreri: “Ringrazio gli organizzatori per aver un convegno importante. Una iniziativa riuscita sia per la partecipazione di esperti e di pubblico e, sia per i contenuti”.

Amministratore Delegato Porto D’Anzio, Antonio Bufalari: “È stata una due giorni di lavori molto intensa e proficua. Il sistema dell’economia del mare del litorale laziale è stato analizzato in tutte le sue componenti ed è stato dato lo spunto sulle concrete risposte che bisogna dare nei prossimi anni”.

Il delegato alla nautica del comune di Fiumicino, David Di Bianco: “Sono molto contento di aver partecipato. Buona la scelta delle tre tematiche presentate. Sono uscite proposte molto interessanti, grazie alla presenza molto qualificata ai tavoli tecnici, per cui i contributi sono stati concreti e fattivi”.

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