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Palestre e piscine chiuse, Duregon lancia un appello al Governo: “Riaperture immediate e ristori adeguati”

Il Presidente dell’Associazione Nazionale per gli impianti sportivi scrive una lettera a Draghi

Roma – La speranza adesso è riposta nel nuovo Governo Draghi. Le piscine e le palestre contano i danni economici e sociali, insieme ai centri sportivi, di una chiusura imposta che dura già dal mese di ottobre, la situazione è grave e si fa sentire nei comparti di competenza. Sul piano gestionale e sportivo.

10 miliardi di perdite circa. Milioni di lavoratori a casa, senza impiego. E tantissimi di loro si sono reinventati in nuove situazioni oppure hanno rinunciato. E’ la fotografia dell’Italia dello sport, in ambito sociale ed economico nell’era del Covid. In una crisi sanitaria che dura ormai da un anno e che ha colpito  duramente il settore  sportivo. Quello rivolto ai cittadini, quello rivolto a chi pratica sport per diletto e per il proprio benessere psicologico e fisico. Solo per 5 mesi gli impianti sportivi hanno potuto riaprire, adeguandosi alle richieste del Comitato Tecnico Scientifico, perdendo già percentuali importanti di fatturato, limitando frequentazioni e abbonamenti. Ma sembrava poter andare bene questa situazione a metà, in un periodo storico durissimo. Poi i contagi sono ricominciati a salire e il Governo Conte è dovuto intervenire ancora, con i nuovi divieti.

In questo lungo periodo di tempo non ha mai mancato di far sentire la propria voce l’Anif (l’Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness). In aiuto del proprio settore lavorativo, l’associazione nata nel 1996, ha cercato di dare voce ai migliaia di gestori italiani e al loro dolore senza fine. Si fa avanti allora, ancora una volta, lanciando un appello accorato a Mario Draghi.

Lo ha fatto tramite Giampaolo Duregon, il suo presidente. Quest’ultimo ha scritto una lettera al Governo appena nato. Nella lettera inserita in seguito, Duregon ha invitato il Governo stesso ad una particolare attenzione nei confronti di imprenditori sportivi che non possono mandare avanti la loro attività e che sono sommersi dalle spese. Mentre Duregon si muove per difendere un settore lavorativo che contribuisce a far crescere il Pil Nazionale, è in uscita il nuovo decreto governativo. Sembra ci sia un spiraglio di apertura per palestre e piscine. Ma si saprà solo nelle prossime ore.

Le tre richieste inserite nella lettera vertono sui pilastri del problema sportivo ed economico del 2021:

– riaprire presto

– ricevere dei ristori necessari e sufficienti alla ripresa

– portare a termine la riforma dello sport”.

“ANIF Eurowellness (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness) dal 1996 è l’associazione dei titolari e gestori dei centri sportivi e polisportivi italiani e ne tutela gli interessi, anche quale componente di Confindustria Federvarie. ANIF ha accolto con favore il riferimento all’importanza sociale del settore sportivo italiano contenuto nella Sua dichiarazione alla Camera: Lei ha colto tutti gli elementi fondanti di questo mondo, che vanno dall’educazione sportiva dei giovani, alla salvaguardia della salute per gli adulti attraverso l’esercizio fisico e, non da ultimo, alla formazione dei tanti campioni delle Olimpiadi e dei Mondiali. Il mondo della pratica sportiva conta di:

– 1 milione di lavoratori

– 100 mila centri sportivi

– 20 milioni di frequentatori

La crisi pandemica ha provocato un mancato flusso economico di 9.5 miliardi di euro a causa di 7 mesi di chiusura e di 5 mesi di “apertura parziale” e contingentata. Questo danno economico-finanziario ha condannato alla chiusura definitiva molti centri sportivi e gli altri, per potersi riprendere, hanno bisogno di sussidi che permettano di continuare la loro funzione che affonda le radici nel sociale. Inoltre, la chiusura ha prodotto danni ingenti anche al settore collaterale dell’industria di attrezzi e articoli sportivi. Occorre anche sottolineare che i centri sportivi sono luoghi di prevenzione e non di trasmissione del virus, in quanto adottano protocolli severissimi per impedirne il contagio. È importante sottolineare che gli “sportivi” adottano un sano stile di vita per cui si proteggono maggiormente dalle infezioni e hanno sviluppato una maggiore resistenza alle malattie. Da qui ne consegue che i centri sportivi sono luoghi sicuri. In questo momento le priorità per questo comparto così importante e strategico per l’intera società italiana sono:

– riaprire presto

– ricevere dei ristori necessari e sufficienti alla ripresa

– portare a termine la riforma dello sport

Noi di ANIF, in questo lungo anno, ci siamo impegnati molto per ottenere ciò che è indispensabile al settore e ci auguriamo che al più presto Lei, Presidente, possa indicarci un referente nel campo dello sport, con il quale vorremmo, da subito, poter collaborare per completare il percorso che abbiamo fin qui fatto, cercando di concretizzare i tre punti fondamentali sopra citati. I tempi per salvare il settore sono ormai quasi esauriti: ci sono importanti scadenze il 28 febbraio per cui occorre intervenire con urgenza per non rischiare di perdere gran parte di quei 100mila centri che sono elementi portanti della pratica sportiva italiana. Certi della giusta considerazione che vorrà accordarci, attendiamo fiduciosi.

Cordialmente,

Gianpaolo Duregon

Presidente ANIF”.

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