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Atp Finals, Djokovic: “Punto al trofeo e con alto livello di gioco”

19 novembre 2022 | 20:15
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Atp Finals, Djokovic: “Punto al trofeo e con alto livello di gioco”

Battuto Fritz per 7-6 7-6. Stasera l’altra semifinale tra Rublev e Ruud

Torino – Sono serviti due tie-break giocati con grande esperienza, a Novak Djokovic, per avere ragione di un ottimo Taylor Fritz. Dopo appena 21 ore dal diritto vincente che ha chiuso la sfida durata più di tre ore contro Daniil Medvedev, il serbo pesca dal suo enorme serbatoio le energie necessarie per superare il californiano.

“Non vedevo l’ora di trovarmi in questa situazione – ha detto Nole – e sono molto felice di poter competere per un altro grande trofeo, uno dei più importanti del nostro sport. Finora è stata una settimana fantastica per me. Quattro vittorie su quattro. Ora c’è l’ultima partita della stagione e ovviamente darò tutto”.

“Per me è positivo – continua il fuoriclasse serbo – essere riuscito a vincere contro Medvedev dopo una lunghissima battaglia per poi tornare il giorno dopo, senza troppo recupero, e vincere un’altra partita tiratissima in due set. Questo è un aspetto che in un certo senso ha definito la mia carriera nel corso degli anni. Ho avuto situazioni simili, in cui sono stato in grado di riprendermi e di ottenere vittorie importanti. Mi piacerebbe, ovviamente, vincere il trofeo, ma non sarò l’unico giocatore a volerlo. Spero di riuscire ad esprimere questo livello ancora per un match”.

Djokovic ha anche fatto il punto sulla sua condizione fisica: “Dopo le oltre tre ore con Medvedev mi sentivo un po’ pesante con le gambe. Sapevo che non sarei stato freschissimo e che avrei dovuto trovare un modo diverso per sopperire alla mancanza di reattività. Non colpivo la palla in modo pulito come ho fatto durante la settimana e non sono riuscito ad esprimere il mio miglior tennis ma fisicamente stavo bene. Avrei potuto giocare un altro set, senza problemi. Per questo penso che questo tipo di vittorie abbiano un valore doppio, perché magari non ti senti bene in campo dal punto di vista del gioco, ma riesci comunque a vincere contro un grande avversario”.

“Potendo scegliere, non credo che sceglierei questa superficie per il mio match della vita – ha detto Djokovic parlando del campo – anche se qui sto giocando bene. Se devo parlare di indoor, probabilmente la vorrei leggermente più lenta. È molto, molto veloce qui. Naturalmente, quando si serve bene, questo aiuta. Ma quando non servi bene, devi lottare molto, trovare un modo per avere la meglio da fondocampo. Storicamente ho sempre giocato abbastanza bene indoor, mi adatto bene all’avversario. Credo che questa sia probabilmente una delle mie virtù e uno dei punti di forza che ho avuto nel corso della mia carriera. Ad esempio, anche se sono cresciuto in Serbia giocando soprattutto sulla terra battuta e non ho visto l’erba fino a 17 anni, ho un rapporto speciale con il verde”.

Il fatto di aver giocato meno quest’anno non ha inciso sul rendimento di Nole: “Non ho mai avuto quella sensazione di grande fatica alla fine di una stagione. In realtà ho sempre giocato molto bene durante la mia carriera negli ultimi tre o quattro tornei indoor. Ho vinto le Finals cinque volte, ho vinto altre finali, ho vinto Bercy molte volte. Che io giochi di meno o di più, sono sempre riuscito a chiudere forte”.

Se domani riuscirà ad alzare il trofeo, Djokovic guadagnerà 4.740.000 dollari: “Voi vedete i dollari ma io penso alle tasse – ride divertito Nole – come ha detto Ibrahimovic qualche anno fa al giornalista che gli chiedeva perché avesse rifiutato 100 milioni di dollari per trasferirsi in un’altra squadra di calcio: ‘I soldi non sono importanti. Sono importanti molti soldi. E 100 milioni di dollari non sono sufficienti’. È una risposta divertente. Non che io la pensi così, non fraintendetemi. La gente può vedere quanto guadagniamo ma i media non parlano mai delle tasse e delle altre spese. Sono stato molto fortunato ed è una conseguenza del mio successo come tennista. Ogni euro è stato guadagnato con sudore e lacrime. Non do nulla per scontato perché so come ci si sente ad avere zero sul conto e conosco la guerra, le sanzioni. Non dimentichiamo da dove vengo e in quale epoca sono cresciuto. Conosco esattamente l’altro lato della medaglia, il che mi aiuta nella vita ad apprezzare di più tutto ciò che ottengo”.

Nella conferenza stampa post- match il 35enne di Belgrado si è anche lasciato andare a qualche riflessione più profonda: “Naturalmente oggi vedo il tennis e la vita intorno al tennis in modo diverso rispetto a 15 anni fa. Sono sempre stato molto scrupoloso nel mio approccio e nella mia analisi dentro e fuori dal campo. Mi ha insegnato a sviluppare questo tipo di mentalità la mia prima coach Jelena Gencic. Era molto professionale e aveva un approccio olistico a tutto. L’ho ereditato da lei. Naturalmente, con l’avanzare dell’età, ogni anno che passa aumentano le lezioni che ho imparato. Si crea una ricetta di successo che ovviamente funziona, almeno per me”.

“La sconfitta più dura nelle Finals? – ha concluso Djokovic – Ne ho subite due, ma quella contro Murray nel 2016 ha fatto davvero male. Eravamo in lotta per il numero 1 di fine anno e lui ha vinto”.

Taylor Fritz esce comunque a testa alta da questa edizione delle Nitto ATP Finals. Al PalaAlpitour ha servito molto bene (ed era prevedibile) ma ha anche risposto in modo efficace e ha fatto vedere miglioramenti importanti negli spostamenti. Un rendimento non scontato se si pensa che l’americano era giunto tra i migliori 8 solo grazie al ritiro di Alcaraz.

“Non è il momento migliore per fare un bilancio della mia settimana – ha commentato – perché sono molto arrabbiato per l’incontro perso oggi, più che altro per le cose che accadono durante la partita e che non posso controllare”. Fritz fa riferimento ad uno spettatore che, a suo dire di proposito, l’ha disturbato in un punto molto importante: “Non ci posso fare nulla. Di certo non si può ripetere un punto ogni volta che si viene disturbati. Credo che sia proprio questo a rendere l’accaduto ancora più frustrante. Siamo abituati a giocare nel silenzio più assoluto per tutta la carriera ma è normale che il pubblico faccia rumore quando c’è un punto pazzesco. Te lo aspetti e sei pronto. Ma che qualcuno urli di proposito per cercare di distrarti è una cosa a cui non sei preparato e quando succede è uno shock. È disgustoso”.

“Sono sicuro che tra due settimane mi guarderò indietro e dirò che è stata una settimana davvero fantastica. Non solo ho avuto la possibilità di giocare le Finals, ma ho anche ottenuto due belle vittorie. Grazie a questa prestazione avrò molta fiducia per quanto riguarda il mio rendimento futuro”.

Al 25enne californiano sono stati fatali due tie-break: “Peccato perché oggi ci sono andato vicino. Di solito nei tie-break il mio record è molto buono e anche stavolta li ho giocati bene entrambi. Ma è sempre così, a questo livello i margini sono ridotti. Devo solo migliorare ancora un po’ e ci sono”.

Fritz ha anche avuto parole di stima sull’avversario che l’ha battuto: “Abbiamo vissuto un anno strano ma la mia impressione è che quando Novak ha potuto giocare è stato il migliore. Non c’è dubbio. Quando non ha giocato, cioè per gran parte della stagione, abbiamo visto risultati diversi. Se togli Djokovic dall’equazione, gli altri sono molto vicini fra loro e l’esito dei tornei dipende da chi è più in forma quella settimana o dalle condizioni di gioco”.

“Penso che l’evento sia fantastico – ha aggiunto Taylor parlando delle Finals – e mi piace soprattutto il fatto che si possa perdere un incontro e avere comunque l’opportunità di rigiocare e migliorarsi. È una cosa completamente diversa. Non mi è mai capitato di perdere un incontro e di dovermi subito rimettere al lavoro, facendo tutto quello che avrei fatto come se avessi vinto. Penso che sia una buona lezione da imparare per rimanere sempre concentrati. Nel tour i migliori giocatori sono quelli che sanno essere costanti ogni settimana e questa è una cosa che si può imparare. Anche dopo aver perso, non bisogna mollare”.

Fritz ha chiuso la conferenza stampa parlando del match di Davis che lo vedrà protagonista già giovedì prossimo proprio contro l’Italia: “Non so quanto possa importare alla gente negli Stati Uniti questo match ma in caso di vittoria speriamo che si veda una certa attenzione. Ho parlato con i ragazzi della squadra e tutti noi vogliamo vincere. Ovviamente in questo momento non ci sto ancora pensando, ma datemi un paio di giorni e sarò lì, concentrato e pronto”. (federtennis.it)(foto@federtennis.it)

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