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Dall’operazione all’anca verso Parigi 2024, Palmisano: “Mi spinge il fuoco che ho dentro”

2 novembre 2022 | 11:09
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Dall’operazione all’anca verso Parigi 2024, Palmisano: “Mi spinge il fuoco che ho dentro”
Dall’operazione all’anca verso Parigi 2024, Palmisano: “Mi spinge il fuoco che ho dentro”
Dall’operazione all’anca verso Parigi 2024, Palmisano: “Mi spinge il fuoco che ho dentro”

Il dolore e l’intervento chirurgico, la ripresa degli allenamenti e il nuovo sogno olimpico della campionessa di Tokyo

Ostia – Se quella medaglia d’oro olimpica conservata in bacheca e nel cuore conserva lacrime di rivalsa su dolore e infortuni, quella che potrebbe arrivare e che arriverà (per talento e voglia di rifarsi, con gli scongiuri sportivi del caso) avrà un peso maggiore. Emotivo e agonistico. Antonella Palmisano torna a correre per le strade del X Municipio e al Centro Sportivo delle Fiamme Gialle, anche se per gradi e in modo da non forzare ancora, dopo l’attesa operazione avuta all’anca e punta a obiettivi a lungo termine. Il cuore, pieno di quelle emozioni e memore di una gioia indescrivibile a Sapporo alle Olimpiadi di Tokyo, si avvia ora verso Parigi 2024. La sua storia di rinascita e di quel sorriso avuto nonostante una preospedalizzazione (temuta evidentemente da tutti) affrontata finalmente e con grande sollievo è di grande esempio e sarà inserita nel colore olimpico di un oro che potrebbe replicarsi. Incrociando le dita (da parte dei suoi tifosi, del suo staff e di lei stessa evidentemente) e costruendo una strada con piccoli e volonterosi passi, adesso l’ atleta delle Fiamme Gialle respira serenità.

E’ stata una estate difficile per lei, quella appena trascorsa. Il dolore all’anca non passava e quasi sembrava che nascesse tutto dalla sua testa, come racconta a  Il Faro online. La forzata rinuncia ai Mondiali prima e agli Europei poi, come fossero state sconfitte sportive. I medici non vedevano nulla di grave o compromettente, ma lei sentiva quel dolore. E allora, dopo un incontro fortunoso del suo allenatore Patrick Parcesepe a Madrid con un marciatore che aveva avuto un problema diverso ma nella stessa anca, è arrivato il nome di una soluzione agognata. Il Dott. Dallari dell’Ospedale Rizzoli di Bologna ha individuato delle fibrosi che poi sono state rimosse con successo. L’Azzurra e sempre Capitana dell’Italia ha puntato dritta al traguardo della guarigione, con resilienza e sudore. Come stesse partecipando a una gara infinita di marcia e nella vita. Lo sport ne è metafora e forse una campionessa olimpica di questa disciplina rivive quei 20 km con forza di volontà e mai doma, anche nei giorni quotidiani. Piscina ora, fisioterapia e tante altre cose da fare per curare il suo corpo e ripartire alla grande, con coraggio. Quelle lacrime versate, di gioia prima e sulle note della sua canzone preferita ‘Ballerina’ di Francesca Michielin, durante la festa di bentornata a Dragona (dove la Palmisano abita, patrimonio sportivo di un territorio orgoglioso), e di dolore poi quando quel dolore non passava spingono Antonella un po’ più in là. Donna e Atleta insieme con la forza di una Persona che ci crede e che non molla mai. Sta tutto lì il segreto. La voglia di rifarsi e il desiderio di rivivere quelle emozioni che l’hanno presa per mano al traguardo olimpico e prima di margine su tutte le sue avversarie e poi che l’hanno accompagnata al suo ritorno e sino ad oggi. Che siano state di felicità e poi di motivazione per entrare in sala operatoria e risolvere il suo problema. Lo sport lo fa, le persone forti lo fanno, se quella luce in fondo al tunnel brilla e attrae.

Il sogno di Antonella Palmisano, atleta e campionessa olimpica, come confessa ai lettori de Il Faro online, è quello di volare a Parigi. Ma non solo. Non ha mai partecipato a una competizione importante in Italia. Che sia stata la Coppa del Mondo del 2016 a Roma (a cui non ha preso parte per un infortunio) o i Campionati Italiani in Puglia a maggio e nella sua terra (ferma per il problema all’anca), adesso il cuore va nel 2024. Ci sono gli Europei di Atletica a Roma nel 2024 e lei sente i brividi di un forte richiamo: “Nata per correre, nata per vincere. Tu sei una favola”. Le parole della canzone ‘Ballerina’ rimbombano in lei probabilmente e la spingono ora a tornare a marciare chilometri come prima, seguita da uno staff competente e scrivere la sua Favola o forse la sta scrivendo oggi. E lei è sicura che sarà così. Con la saggezza della Donna, con le sue fragilità e qualità, ma soprattutto con la forza del cuore di una campionessa. Sempre dritta al traguardo. Forza Antonella.

Cara Antonella, partiamo dall’attualità. Sei tornata ad allenarti dopo l’operazione all’anca? Come stai affrontando la riabilitazione?

“L’unica cosa che sto facendo è una riabilitazione con il fisioterapista. Più una serie di esercizi di mobilità e camminata in acqua, per recuperare il gesto prima di riprenderlo fuori. Sono già quasi tre settimane. Cominciamo ad usare delle forze in acqua, lo farò per sei settimane. Lavoro a secco con Patrick Parcesepe per fare esercizi in recupero della forza. Sto camminando, faccio lunghe camminate veloci. Non è ancora la mia routine completa però. Non vedo l’ora di rifarla, andare oltre queste settimane per riprenderla”.

Hai affrontato una difficile operazione per risolvere il tuo problema fisico. Come stai ora? E’ stata una scelta difficile da prendere?

“Non  vedevo l’ora che arrivasse questa operazione. Con il Dott. Dallari siamo andati per gradi. Abbiamo deciso di fare 5 infiltrazioni di cortisone e acqua fisiologica per vedere se queste fibrosi passassero, è il problema che ho individuato a luglio e fino ad agosto l’ho affrontato con questo tipo di terapia, ma il dolore aumentava e non passava. Ho fatto allenamento intenso per vedere se questo fastidio diminuisse e luglio e agosto sono stati mesi difficilissimi. Quando vedevo che non funzionava, non vedevo l’ora che arrivasse la data dell’operazione. E’ arrivata a fine settembre. Agonia e attesa per me. Dal momento in cui ho fatto la preospedalizzazione ero felicissima e non avevo paura dell’intervento. L’ho visto come una possibilità di rientro per quello che amo fare. Al mio risveglio, i medici mi hanno detto che era andata benissimo. Sono fiduciosa che ora il problema sia andato via”.

Sono stati mesi complicati probabilmente per te. Dopo la medaglia d’oro alle Olimpiadi, la gioia e la festa, è arrivato il tunnel del problema fisico. La campionessa olimpica e Antonella. Due Donne dentro di te. Come hanno affrontato la situazione?

Avevo avuto questi problemi già prima delle Olimpiadi, ma non mi sono fermata. Mi allenavo ugualmente. Dopo Tokyo mi sono fermata ancora e quando ho ripreso ad allenarmi, è tornato il problema. Ero combattuta nel continuare a marciare o fermarmi come atleta e riprendere in mano la vita come donna. Mi ha fatto decidere il tempo ristretto verso i Giochi del 2024 e sinceramente l’oro vinto mi ha regalato tante di quelle emozioni che non volevo proprio fermarmi, sfruttando la scia per Parigi. Dopo la vittoria olimpica ho acquisito consapevolezza maggiore e più autostima. Nonostante l’infortunio e allenamenti non specifici del gesto, ero riuscita a vincere un oro olimpico. Sfruttare la voglia di marciare e puntare sulla mia forza, per continuare a divertirmi, ecco la scelta di continuare ad essere atleta. Quando nel periodo post Olimpiadi di Tokyo ho cominciato a forzare chilometri sulle gambe, è tornato il fastidio all’anca. Lì è iniziata la mia agonìa e il mio dire al mio allenatore: ‘Basta, non continuo più a marciare. Non faccio un altro anno come quello delle Olimpiadi’. Ho fatto una sfilza di visite insieme a Cristian (il mio fisioterapista) e il problema non si trovava, nonostante i molteplici controlli. Era tutto negativo. Per i dottori andava bene perché non c’era nulla, ma per la mia testa era deleterio, perché cominciavo a pensare che fossi io il problema. Era nella mia testa ma fisicamente non c’era. Per fortuna avevo Cristian, Patrick e mio marito Lorenzo che mi hanno sempre sostenuta e mi dicevano che il problema non ero io, sapevano che non mi inventavo le cose. Lorenzo mi diceva: “Tu sei una che non ha paura, se ce l’hai sei anche più forte. Ti credo”. E ho continuato disperatamente questa ricerca. E quindi sono stati mesi in cui mi sono impegnata anche per migliorare la mia postura insieme a Stefano Serranò (il mio posturologo). Mi seguiva ogni giorno per questo. Quando ho ripreso a maggio, era tornato tutto, nonostante ottimizzata la postura. Lì è subentrata la forza di volontà per crederci. La soluzione è capitata poi, per caso. Quando Patrick è andato a una gara a Madrid. Un marciatore spagnolo, chiedendo di me, fece il nome del Primario dell’Ospedale Rizzoli e raccontò che aveva risolto un problema diverso all’anca, ma aveva detto che si era trovato bene. Questa è stata la svolta. Sono andata e ha individuato il problema. Lì si è accesa di nuovo quella lampadina che si stava spegnendo”.

Come hai accettato di stare ferma, mentre gli altri proseguivano a praticare la marcia?

“La stessa forza di volontà e forza d’animo che metto quando marcio. Non mi sono mai abbattuta, anche se sono stati mesi difficili. Per me è stato un fallimento pensare che dovessi fare solo l’Europeo, rinunciando al Mondiale. Essermi impegnata e poi fallire nel non raggiungere neanche l’Europeo e guardare le gare da casa, è stato veramente un qualcosa di brutto. Tanti sono stati i messaggi dei miei compagni di Nazionale, che mi dicevano di stare tranquilla e che mi avrebbero rivisto riprendere il ruolo di Capitana, sono stata molto contenta dell’affetto ricevuto. Subito dopo ho rivisto il bicchiere mezzo pieno: ‘Non è questo il momento in cui devi stare a terra’, mi sono detta. Ho l’obiettivo di andare alle Olimpiadi di Parigi e mi sta aiutando un Mental Coach. Alcune volte la testa, per quanto siamo forti, comunque ti da delle instabilità. L’avere un obiettivo a lungo termine, mi ha aiutata e ho detto che Parigi è là e mi aspetta”.

Come ci si rialza da questa situazione? Cosa si promette e cosa aspetta all’orizzonte Antonella e la Campionessa Olimpica?

“Ci si rialza avendo obiettivi a lungo termine, credendo, come facevo prima delle Olimpiadi, che l’impossibile non esiste, la nostra forza volontà non ha limite. Tornare a provare quelle emozioni, come una vittoria olimpica. Tutto questo è talmente forte che quel desiderio alimenta il fuoco che ho dentro. Ci vorrà pazienza e una riabilitazione lunga, se si lavora bene con figure competenti, ci si arriva a raggiungere l’obiettivo. La resilienza è l’elemento fondamentale nel nostro sport”.

Cosa ti sta portando adesso, dopo l’operazione, fuori dal tunnel e di nuovo in gara? Quali sono i tuoi programmi di ripresa.

“Mi sta portando avanti la voglia di rifarmi. Mi piacerebbe gareggiare in una gara importante come quella dell’Europeo a Roma, perché non l’ho mai fatto nel nostro Paese per una gara importante, sono sempre stata infortunata. Sarebbe un sogno”.

(foto@Colombo/Fidal)

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